La simbiosessualità, un nuovo modo di essere che fa interrogare

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La simbiosessualità rappresenta un concetto emergente che sta spingendo gli esperti a riconsiderare la natura dell’attrazione umana.

La simbiosessualita un nuovo modo di essere che fa interrogare
foto@pixabay

Recentemente, il dibattito su relazioni non convenzionali, alimentato dall’uscita del film “Challengers” con Zendaya, ha messo in luce il poliamore e, più in generale, le dinamiche relazionali alternative. Mentre il film si focalizza su un intricato triangolo amoroso, un nuovo studio porta alla ribalta un aspetto meno esplorato dell’attrazione tra più persone: la simbiosessualità.

Questo termine descrive l’attrazione che una persona prova non tanto verso i singoli individui in una relazione, ma verso l’energia e la dinamica che esiste tra di loro. La simbiosessualità introduce così una prospettiva inedita sul desiderio e sulla connessione, che va oltre l’attrazione individuale per concentrarsi sull’interazione collettiva tra i partner di una relazione stabilita.

Uno studio condotto da Sally W. Johnston, professoressa associata di antropologia e sociologia presso l’Università di Seattle, ha approfondito questo fenomeno, pubblicando i risultati su Archives of Sexual Behavior. La ricerca, basata sui dati del The Pleasure Study of 2023, ha coinvolto 373 partecipanti, esplorando diverse dimensioni delle loro identità sessuali e di genere.

I dati raccolti da Johnston rivelano che molti partecipanti hanno riportato un’attrazione romantica e sessuale verso una “terza forza” o “sinergia” presente tra i membri di una coppia, suggerendo che l’attrazione umana potrebbe non essere esclusivamente un’esperienza individuale.

Lo studio definisce la simbiosessualità come “attrazione per l’energia condivisa, la multidimensionalità e il potere tra le persone nelle relazioni“, evidenziando come questa attrazione sia vissuta da un ampio spettro di individui, mettendo in discussione le idee preconcette su chi possa essere attratto da tali dinamiche.

L’interesse di Johnston per la simbiosessualità è emerso dal suo lavoro precedente sulle dinamiche degli “unicorni” nelle comunità poliamorose, dove “unicorno” si riferisce a una persona disposta a unirsi a una coppia già esistente per attività sessuali, senza partecipare ad altri aspetti della relazione. Nonostante i potenziali vantaggi sessuali, Johnston ha riscontrato che questi individui spesso affrontano sfide significative, come oggettivazione e ostracismo, riflettendo le complesse dinamiche sociali nelle relazioni poliamorose.

Le relazioni tra single e coppie, potenzialmente alimentate dall’attrazione simbiosessuale, ricevono spesso un’attenzione negativa nelle comunità poliamorose“, ha affermato Johnston in un’intervista a PsyPost. Il riconoscimento della simbiosessualità come forma di attrazione solleva dunque interrogativi cruciali sulla natura delle relazioni e del desiderio umano, spingendoci a esplorare modelli di connessione oltre i tradizionali schemi di partnership.

Come in ogni tipo di relazione, anche quelle simbiosessuali necessitano di una comunicazione chiara, consenso e rispetto reciproco tra tutte le parti coinvolte. Le potenziali problematiche, come l’oggettivazione o il trattamento ineguale, evidenziano l’importanza di pratiche etiche e di una consapevolezza emotiva all’interno delle relazioni poliamorose.

Che si tratti di un interesse personale nel poliamore o di semplice curiosità verso le diverse dinamiche relazionali, la simbiosessualità offre un’interessante finestra su un aspetto sempre più riconosciuto dell’attrazione umana. Mentre sfidiamo continuamente le convenzioni tradizionali di amore e partnership, ricerche come quella di Johnston ci aiutano a comprendere in modo più inclusivo e dettagliato le varie forme di relazione.

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