Internet potrebbe subire un blackout globale a causa di attacchi mirati alle infrastrutture sottomarine. L’avvertimento arriva direttamente dai vertici della NATO e da alcune delle più grandi aziende di telecomunicazioni europee, che denunciano un’escalation di sabotaggi sospettati di essere opera di forze straniere, con la Russia e la Cina tra i principali indiziati.

I cavi sottomarini: un’infrastruttura fragile ma vitale
Oltre 500 cavi sottomarini attraversano gli oceani trasportando circa il 95% del traffico dati internazionale: da Internet alle transazioni bancarie, fino alle comunicazioni governative. Nonostante la loro importanza strategica, queste infrastrutture si trovano in zone remote e sono quindi difficili da monitorare e proteggere.
In una lettera congiunta, colossi come Vodafone, Telefónica e Orange hanno avvisato i funzionari di Regno Unito, Unione Europea e NATO: negli ultimi sei mesi, almeno 11 cavi sono stati danneggiati nel Mar Baltico, mentre episodi simili si sono verificati nel Mare del Nord. I danni non riguardano solo l’Europa, ma mettono a rischio l’intero ecosistema digitale globale.
La richiesta: cavi sottomarini come “infrastrutture critiche”
I fornitori di telecomunicazioni chiedono che le reti di cavi sottomarini vengano ufficialmente classificate come infrastrutture critiche, così da ottenere maggiori tutele e investimenti in sorveglianza. Si invoca una cooperazione più stretta tra NATO, UE e Regno Unito, soprattutto in termini di condivisione di intelligence e tecnologie di monitoraggio.
Il presidente del Comitato britannico per la sicurezza nazionale, Matt Western, ha dichiarato:
“Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, gli attacchi asimmetrici alle nostre infrastrutture digitali sono sempre più probabili. La rete via cavo è vulnerabile come non mai.”
Le big tech nel mirino: cresce la tensione con la Cina
Anche i colossi americani Google, Meta (Facebook) e Microsoft sono coinvolti: i loro crescenti investimenti in cavi sottomarini hanno attirato sospetti e allarmi. In particolare, episodi avvenuti nei pressi di Taiwan hanno sollevato il timore che anche la Cina possa essere coinvolta in operazioni di sabotaggio cibernetico.
Secondo le aziende, è urgente semplificare le autorizzazioni per la manutenzione e rafforzare le misure di sicurezza basate sul rischio, in collaborazione con il settore privato. Gli esperti assicurano che la capacità tecnica per riparare i cavi esiste, ma servono strategie più efficaci contro minacce intenzionali.
Conclusione
La battaglia per il controllo delle infrastrutture digitali è già in corso, nascosta sotto la superficie degli oceani. La sicurezza del web globale potrebbe dipendere da azioni immediate e coordinate per proteggere questi fragili ma indispensabili collegamenti sottomarini.