Polemiche, proteste ma la riforma sulla scuola alla fine diventa legge, quanti insegnanti e quanti precari che si sono e si sarebbero ribellati, ma ad oggi la “buona scuola” è confermata, ma vediamo nel dettaglio:
Un iter a dir poco travagliato quello attraversato dalla riforma della scuola, che però alla fine, non senza polemiche e accese proteste, è diventata legge.
Dopo dieci mesi di lavoro, dure proteste, uno sciopero con adesioni fino al 70 per cento e migliaia di insegnanti e studenti in tutte le piazze d’Italia, il ddl sulla riforma della scuola è legge: il testo è stato approvato alla Camera con 277 sì, 173 no e 4 astenuti.
Il Pd si è spaccato: 39 esponenti del partito del premier Matteo Renzi non hanno partecipato al voto. Renzi continua quindi a portare a casa le riforme che aveva in programma, ma allargando sempre di più il fossato che divide la sua maggioranza dalla sinistra di provenienza Ds.
Confermate le oltre 100mila assunzioni ma a settembre entreranno nelle scuole solo i professori che andranno a coprire i posti disponibili e vacanti. Tutti gli altri verranno assunti nel corso dell’anno con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2015, ma con decorrenza economica dall’effettiva presa di servizio. Entro il mese di ottobre che precede ogni triennio, i collegi dei docenti elaboreranno il Piano triennale dell’autonomia, sulla base degli indirizzi delineati dal dirigente scolastico. I dirigenti avranno il potere di valutare i neo immessi in ruolo insieme con il Comitato di valutazione, di premiare i docenti migliori sulla base di criteri decisi sempre dal Comitato di valutazione.
“Ora c’è da costruire il consenso fuori. L’approvazione della legge non è la fine, ma l’inizio di un percorso che ha come obiettivo di rendere finalmente protagonista la scuola italiana” il commento a caldo di Stefania Giannini.