Nel contesto della ricerca di esopianeti che potrebbero ospitare la vita, la NASA sta investendo nello sviluppo di tecnologie avanzate.
Tra queste, il progetto del telescopio DUET rappresenta una frontiera promettente, destinata a esplorare regioni sconosciute dell’Universo. I telescopi spaziali attuali, come il James Webb Space Telescope (JWST) con il suo imponente specchio di 6,5 metri, hanno già ottenuto importanti risultati, ma incontrano difficoltà nel rilevare esopianeti nascosti dal bagliore delle loro stelle madri. È qui che interviene DUET, con ottiche innovative progettate per superare tali limitazioni.
Il principio alla base di DUET è la diffrazione, nota a molti grazie agli esperimenti scolastici sulla diffrazione attraverso una fessura. Questo fenomeno permette alla luce di piegarsi attorno agli ostacoli, creando schemi caratteristici. DUET sfrutta una matrice di obiettivi primari (POG) per concentrarsi su specifiche lunghezze d’onda che possono rivelare la presenza di ossigeno nell’atmosfera di un esopianeta, un possibile segno di vita.
Il progetto è guidato da Tom Ditto, un ex artista che ha trasferito le sue competenze nel campo dell’ottica. Il suo team ha dimostrato la fattibilità della tecnologia DUET tramite esperimenti di laboratorio, focalizzandosi sulla luce ultravioletta, che potrebbe far apparire la Terra come una candela brillante nel buio dello spazio.
Nonostante i successi ottenuti, il team deve affrontare sfide significative. L’efficienza del design a reticolo si attesta solo al 20%, complicando il rilevamento di oggetti deboli. Inoltre, il dispiegamento della matrice richiede il supporto di un veicolo spaziale separato, aumentando la complessità del progetto. Attualmente, la NASA non ha ancora approvato il finanziamento per la seconda fase del progetto.