La morte non esiste, si tratta solo di un reset

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La vita, in tutte le sue forme, segue un ciclo inesorabile che culmina nella morte. Da sempre, l’umanità si interroga su cosa accade dopo il momento in cui il corpo smette di funzionare: le religioni propongono visioni di paradisi, inferni o reincarnazioni, ma un nuovo filone di ricerca scientifica sta esplorando il tema da un punto di vista quantistico.

La morte non esiste si tratta solo di un reset
foto@pixabay

Un viaggio in un altro spazio-tempo?

Secondo alcune ipotesi avanzate da scienziati e studiosi di fisica teorica, la morte potrebbe non essere la fine definitiva, bensì un “reset” che consente alla coscienza di spostarsi altrove. L’idea che la vita si rigeneri in un diverso spazio-tempo – o che venga riposizionata in un momento in cui il decesso è stato scongiurato – sta guadagnando terreno nell’ambito delle teorie sui “loop temporali” tanto amate dalla fantascienza.


L’interpretazione di Robert Lanza

Robert Lanza, noto per il concetto di biocentrismo, sostiene che la morte non coincida con la cessazione dell’esistenza ma con un vero e proprio reset quantico. In questa visione, la nostra coscienza – intesa come forma di energia – sarebbe in grado di cambiare stato e trasferirsi in un altro punto dell’universo.

Lanza si basa in parte sulle riflessioni di Albert Einstein, il quale affermò che l’energia non si crea né si distrugge, ma cambia semplicemente forma. Secondo il biocentrismo, è la coscienza stessa a generare il tempo e a creare le percezioni di passato, presente e futuro. Di conseguenza, con la morte potremmo potenzialmente accedere a nuovi orizzonti di realtà.


Cosa dice la teoria quantistica della coscienza?

L’idea che la coscienza non sia collocabile in un singolo punto del cervello o del corpo è al centro delle ricerche più avanzate sulla natura umana. Se la coscienza è davvero un tipo di energia, non è irragionevole pensare che possa persistere anche dopo il decesso fisico e, in qualche modo, proseguire il suo viaggio.

Questa ipotesi – per quanto affascinante – non è ancora riconosciuta in modo unanime dal mondo scientifico. Numerosi studiosi, infatti, si chiedono ancora dove risieda la coscienza e in che modo possa “sopravvivere” a un processo biologico irreversibile come la morte.


Riflessioni finali: scienza e spiritualità a confronto

Le grandi religioni parlano di rinascita o di un aldilà, e la fisica quantistica offre scenari che sembrano ricollegarsi a queste tradizioni da una prospettiva inedita. La teoria di un possibile riavvio quantico mette in luce la complessità di un tema che ci accompagna da sempre: non sappiamo con certezza cosa sia la coscienza, né se esista una forma di vita oltre la soglia del trapasso.

Quello che è chiaro, invece, è che la scienza sta cercando di ampliare i propri orizzonti, integrando le scoperte sulla natura dell’energia con l’esplorazione di concetti come spazio e tempo. Fino a quando non avremo risposte più solide, le domande su cosa succede dopo la morte rimarranno un affascinante mistero, capace di unire scienza, filosofia e spiritualità alla ricerca di una verità più profonda.

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