La Luna avrà presto il suo fuso orario, un’esigenza che emerge in parallelo ai piani per il ritorno dell’uomo sulla sua superficie, previsto nelle prossime missioni spaziali. Mentre la NASA si prepara a riportare astronauti sulla Luna per la prima volta dagli anni ’70, gli astronomi sottolineano l’importanza di stabilire un fuso orario specifico per il nostro satellite.
Ma perché è necessario?
Le variazioni gravitazionali tra la Terra e la Luna impediscono ai nostri orologi di funzionare correttamente una volta fuori dal nostro pianeta. Secondo un recente studio del National Institute of Standards and Technology (NIST), anche i più sofisticati orologi atomici terrestri, quando operano sulla Luna, subirebbero una variazione nel loro ritmo, accelerando di circa 56 microsecondi al giorno a causa della minore gravità lunare. Questa discrepanza diventa significativa considerando l’entità delle missioni Artemis, che prevedono un incremento delle operazioni sulla superficie lunare.
“I sistemi di comunicazione e navigazione dipendono da una rete di orologi sincronizzati con precisione nell’ordine di pochi nanosecondi,” spiegano gli esperti. In altre parole, così come gli orologi delle auto possono perdere la precisione nel tempo, lo stesso succederebbe con le apparecchiature lunari. La soluzione proposta è il Lunar Coordinate Time, un sistema temporale appositamente sviluppato per la Luna, simile al Coordinated Universal Time (UTC) utilizzato sulla Terra.
L’UTC, introdotto nel 1960, fornisce un tempo di riferimento estremamente preciso basato sulla media delle misurazioni degli orologi atomici di tutto il mondo. Questo sistema potrebbe essere adattato per le necessità dell’esplorazione spaziale.
Bijunath Patla, fisico del NIST, ha affermato che “è come se tutta la Luna fosse sincronizzata con un ‘fuso orario’ regolato dalla gravità lunare, evitando così la desincronizzazione rispetto all’orario terrestre“. Non è ancora chiaro se ci sarà un unico fuso orario lunare o più, ma il Lunar Coordinate Time avrà un ruolo cruciale nella navigazione spaziale e sulla Luna stessa, gettando le basi per un sistema di navigazione simile al GPS, ma lunare.
Patla ritiene che questo approccio potrebbe essere esteso oltre la Luna, facilitando l’esplorazione dello spazio profondo. Il concetto, che trae le sue basi dalla teoria della relatività di Einstein, suggerisce che il tempo possa scorrere diversamente in base alle condizioni gravitazionali, influenzato dall’orbita della Luna attorno alla Terra e dal movimento della Terra attorno al Sole.