La Fossa delle Marianne resta il Luogo più Profondo e Misterioso del Pianeta

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Quando pensiamo ai luoghi più inaccessibili e remoti della Terra, spesso immaginiamo le vette delle montagne o le vaste distese dell’Artico. Ma c’è un luogo ancora più estremo e sconosciuto: la Fossa delle Marianne. Questo abisso sottomarino, situato nell’Oceano Pacifico occidentale, è il punto più profondo conosciuto della crosta terrestre e uno degli ambienti più ostili e misteriosi del pianeta.

La Fossa delle Marianne resta il Luogo più Profondo e Misterioso del Pianeta
foto@1840489pavan nd, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Cos’è la Fossa delle Marianne?

La Fossa delle Marianne è una depressione oceanica a forma di mezzaluna, situata a est delle Filippine e a sud del Giappone. Il punto più profondo di questa fossa, conosciuto come il Challenger Deep, si trova a una profondità incredibile di circa 10.994 metri sotto il livello del mare. Per fare un paragone, se il Monte Everest fosse immerso nella Fossa delle Marianne, la sua cima sarebbe ancora sotto più di due chilometri d’acqua.

Questo abisso è il risultato di processi tettonici complessi: è una zona di subduzione dove la placca tettonica del Pacifico scivola sotto la placca delle Filippine. Questo continuo movimento geologico ha creato un’enorme depressione nel fondale oceanico, che rimane uno degli ambienti meno esplorati e compresi della Terra.

Le prime esplorazioni: una sfida estrema

Esplorare la Fossa delle Marianne è sempre stato un compito estremamente difficile. Le pressioni al suo interno sono così intense che ogni centimetro quadrato del corpo è sottoposto a una forza di oltre 1.000 volte la pressione atmosferica a livello del mare. Questo significa che qualsiasi veicolo o strumento inviato a tali profondità deve essere straordinariamente resistente per non essere schiacciato.

La prima missione storica nella Fossa delle Marianne avvenne nel 1960, quando l’oceanografo Jacques Piccard e l’ufficiale della marina statunitense Don Walsh raggiunsero il Challenger Deep a bordo del batiscafo Trieste. Questo incredibile viaggio li portò a una profondità di quasi 11 chilometri sotto la superficie dell’oceano, e furono i primi esseri umani a raggiungere il punto più profondo del pianeta. Sorprendentemente, durante la loro immersione, riferirono di aver visto creature viventi, suggerendo che la vita può prosperare anche nelle condizioni più estreme.

Nel 2012, il regista James Cameron effettuò la seconda missione storica in solitaria verso il Challenger Deep a bordo del sommergibile Deepsea Challenger, portando nuovi dati scientifici e immagini che hanno stupito il mondo.

Vita nelle profondità: un mondo alieno

Uno degli aspetti più affascinanti della Fossa delle Marianne è la vita che vi si trova. A tali profondità, la luce solare non può penetrare, la pressione è schiacciante e le temperature sono estremamente basse. Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto una vasta gamma di organismi che si sono adattati a vivere in queste condizioni estreme.

Tra gli esseri più noti che abitano queste profondità ci sono i giganti abissali, come alcuni tipi di anfipodi (simili a gamberetti), pesci dagli occhi ridotti o assenti e creature gelatinose che sembrano appartenere a un altro mondo. Tra le scoperte più interessanti ci sono i cosiddetti xenofiofori, organismi unicellulari che costruiscono gusci complessi e che possono sopravvivere anche a livelli di pressione e tossicità estremamente elevati.

Un altro aspetto sorprendente della Fossa delle Marianne è la presenza di fonti idrotermali e vulcani sottomarini, che sprigionano calore e minerali dalle profondità della Terra. Questi ambienti estremi sono habitat per microrganismi che utilizzano processi chimici per produrre energia, una forma di vita completamente diversa da quella basata sulla fotosintesi che conosciamo in superficie.

Un mistero ancora in gran parte inesplorato

Nonostante i successi delle prime esplorazioni, la Fossa delle Marianne rimane uno dei luoghi meno conosciuti del pianeta. Si stima che solo il 5% dell’oceano mondiale sia stato esplorato in dettaglio, e la Fossa delle Marianne rappresenta una delle ultime frontiere della scoperta scientifica.

Gli scienziati credono che l’esplorazione continua di queste profondità potrebbe portare a nuove scoperte su come la vita si è evoluta in condizioni estreme, fornendo indizi anche su come potrebbero esistere forme di vita su altri pianeti o lune con ambienti simili, come Europa, la luna ghiacciata di Giove.

Inoltre, le profondità marine potrebbero contenere risorse naturali preziose, come minerali rari, gas e nuove forme di energia. Tuttavia, lo sfruttamento di queste risorse pone una serie di questioni etiche e ambientali, poiché disturbare tali ecosistemi delicati potrebbe avere conseguenze imprevedibili.

Le preoccupazioni ambientali

La Fossa delle Marianne non è immune dalle minacce ambientali causate dall’uomo. Recenti studi hanno scoperto che anche negli angoli più remoti e profondi dell’oceano, le attività umane lasciano tracce. I ricercatori hanno trovato livelli elevati di inquinanti chimici, come i PCB (policlorobifenili), nei tessuti delle creature che vivono a queste profondità. Questi inquinanti, originati da industrie umane, si accumulano nei mari e scendono lentamente nelle profondità marine, minacciando la vita abissale.

Inoltre, l’inquinamento da plastica, una delle piaghe più diffuse del nostro tempo, è arrivato anche qui. Frammenti di plastica sono stati trovati sul fondo della Fossa delle Marianne, sollevando preoccupazioni per l’impatto che questo potrebbe avere sulla fauna locale e sull’ecosistema oceanico in generale.

Perché la Fossa delle Marianne potrebbe diventare virale?

La Fossa delle Marianne ha tutti gli elementi per catturare l’immaginazione del pubblico e diventare un fenomeno virale: è remota, misteriosa e nasconde creature aliene che sfidano le nostre idee sulla vita. I video delle prime spedizioni, con immagini inquietanti di pesci traslucidi e grovigli di creature bioluminescenti, hanno già attirato milioni di visualizzazioni online. I contenuti che mostrano le meraviglie e le stranezze di questo mondo alieno sott’acqua possono facilmente fare il giro del mondo sui social media, poiché combinano fascino scientifico e stupore visivo.

Inoltre, il fatto che la Fossa delle Marianne rappresenti una delle ultime grandi frontiere inesplorate del nostro pianeta tocca una corda profonda nel desiderio umano di esplorare l’ignoto. Le storie di scoperte nei suoi abissi, accanto alle preoccupazioni per l’impatto ambientale delle attività umane, attirano un vasto pubblico che spazia dagli appassionati di scienza agli attivisti ambientali, fino agli amanti della fantascienza.

Un tuffo nel futuro dell’esplorazione

La Fossa delle Marianne rappresenta molto più di una semplice depressione oceanica. È una porta verso l’ignoto, un luogo che potrebbe aiutarci a comprendere meglio i processi geologici del nostro pianeta e a scoprire nuove forme di vita. Le future esplorazioni potrebbero portarci a nuove scoperte rivoluzionarie, non solo sulla vita terrestre, ma anche sulle possibilità di esistenza in ambienti estremi fuori dalla Terra.

Nel frattempo, la Fossa delle Marianne continua a sfidare il nostro desiderio di esplorazione e comprensione, rimanendo un simbolo del mistero profondo che ancora avvolge molti angoli del nostro pianeta.

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