Da secoli, il mistero della coscienza ha stimolato intense riflessioni tra filosofi e scienziati: come può la materia generare esperienze soggettive? Qual è la ragione della nostra percezione di essere entità distinte?
Tam Hunt e Jonathan Schooler, ricercatori presso l’Università della California a Santa Barbara, hanno proposto una teoria innovativa, nota come “teoria della risonanza della coscienza“, che potrebbe offrire risposte a questi interrogativi.
Questa teoria parte dal presupposto che tutto nell’Universo è in continuo movimento vibratorio, anche gli oggetti che appaiono statici. Quando diversi elementi vibranti interagiscono, tendono a sincronizzarsi sulla stessa frequenza, un fenomeno noto come auto-organizzazione spontanea.
Le indagini neuroscientifiche hanno evidenziato come la sincronizzazione neuronale nel cervello corrisponda a differenti stati di coscienza. Ad esempio, le oscillazioni ad alta frequenza delle onde gamma sono collegate alla percezione e attenzione, mentre le onde beta, legate all’eccitazione, e le onde theta, collegate al rilassamento, contribuiscono alla coscienza.
Estendendo la sua portata oltre l’umano, la teoria suggerisce che ogni elemento dell’Universo possieda una forma di coscienza, inclusi elementi apparentemente inanimati come le pietre. Secondo questa visione, entità come elettroni, atomi e batteri possiedono una forma basilare di coscienza. Nei sistemi biologici più complessi, come animali e piante, strutture informative più sofisticate favoriscono lo sviluppo di una coscienza più evoluta.
Questa teoria propone che la coscienza emerga dalle risonanze comuni fra molteplici componenti minori, con la velocità di queste onde risonanti che determina la complessità dell’entità cosciente. Ad esempio, la sincronizzazione dei neuroni nel cervello umano risulta in una coscienza più ampia rispetto a quella di un topo, mentre la coordinazione tra lucciole può dar vita a una coscienza collettiva, sebbene meno complessa di quella individuale.
La teoria della risonanza della coscienza rappresenta un approccio unificatore che intreccia neuroscienze, fisica e filosofia, enfatizzando il ruolo cruciale di vibrazione e sincronizzazione nella formazione della nostra esperienza soggettiva e proponendo la coscienza come un attributo intrinseco dell’Universo.