In Italia possiamo contare su una miriade di record, sia in positivo che purtroppo in negativo, ma questo non è certamente uno di quelli che ci fa onore o ci è utile, dato che ne va di mezzo la nostra salute.
Il rapporto annuale dell’European Center for Diseases Control, che certifica un consumo ancora troppo alto e di conseguenza un aumento del fenomeno della resistenza, vede l’Italia nella lista dei cattivi: invece che essere sconfitti definitivamente dagli antibiotici, come si credeva nel secolo scorso quando questi farmaci erano appena stati scoperti, i batteri stanno vincendo la guerra, diventando sempre più resistenti.
L’Italia risulta essere drammaticamente ai primi posti per consumi soprattutto fuori dagli ospedali. Il rapporto, presentato in occasione della giornata europea per l’attenzione agli antibiotici, si basa sui dati della sorveglianza Esac-net dell’Unione Europea. Il dato medio Ue di consumo fuori dagli ospedali per il 2014 è 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti, e varia dalle 10,6 dell’Olanda alle 34,6 della Grecia. L’Italia, con 27,8 dosi, è al quinto posto, dietro a Francia, Romania e Belgio. Il dato medio è sostanzialmente stabile, con la Gran Bretagna che ha mostrato un aumento del consumo bilanciato da diminuzioni a Cipro e in Svezia.
Quest’anno il focus degli esperti europei, ricavato dal sistema di sorveglianza Ears-Net dell’Unione Europea, è sugli enterobatteri carbapenemasi resistenti, una famiglia particolarmente pericolosa perché lascia pochissime opzioni per la terapia. «La prevalenza di questi batteri è molto peggiorata negli ultimi due anni – afferma il rapporto -. Tredici paesi hanno riportato una diffusione ampia o una situazione endemica nel 2015, mentre erano sei nel 2013». L’Italia era già nel gruppo peggiore, con il batterio endemico, due anni fa, e conferma il primato, che detiene per quasi tutti gli altri batteri monitorati dall’Ecdc.