I miliziani dell’Isis hanno rivendicato l’attentato kamikaze avvenuto nell’est del paese, il quale ha devastato una moschea sciita, causando la morte di una ventina di persone e il ferimento di oltre 100 fedeli.
Su un account Twitter di proprietà dell’Isis, si afferma che Abu Amer an Najdi, originario della regione saudita del Nejed, si è “infiltrato nel tempio” degli sciiti e si è fatto esplodere nel corso della preghiera del venerdì.
L’Isis si dice contro gli sciiti, l’Iran, e il regime dei Saud, considerato usurpatore del titolo di “custode dei due luoghi santi”, Mecca e Medina, città sante dell’Islam.
Sempre tramite il web, i miliziani hanno annunciato “altri giorni bui”, almeno fino a quando gli sciiti non “saranno cacciati dalla Penisola Araba”. Questo è il primo attacco da parte dell’Isis nel territorio dell’Arabia Saudita.
Nella provincia orientale di Quatif, la popolazione sciita costituisce una minoranza, circa del 15%: nel passato, sono state diverse le denunce da parte di questa comunità, stretta dalla maggioranza sunnita e vittima di discriminazioni e violenze.