Questo inverno ce la siamo vista veramente brutta: nonostante una copertura vaccinale in crescita rispetto allo scorso anno, i contagiati sono stati tantissimi e pochissimi possono dire di aver affrontato l’inverno senza essere mai finito a letto, tra varie sindromi parainfluenzali ed influenza vera e propria.
In genere, il quadro clinico dell’influenza corrisponde all’insorgere improvviso di sintomi quali: tosse, febbre superiore a 38°C, dolori muscolari e/o mal di testa.
Nel corso dell’infezione, poi, spesso compaiono anche brividi, sensazione generale di malessere debolezza, mancanza di appetito, dolore alle ossa e alle articolazioni, sintomi localizzati al tratto superiore delle vie respiratorie come congestione della mucosa orale, rinite, tosse secca e infine sonnolenza.
Neonati e bambini piccoli possono mostrare apatia, scarso appetito, difficoltà respiratorie connesse ad ostruzione nasale e sintomi gastrointestinali come nausea, diarrea e vomito.
Solitamente i pazienti più colpiti sono annualmente sono proprio i neonati e i soggetti con più di 65 anni di età: queste sono infatti le fasce di popolazione, con sistema immunitario rispettivamente non ancora sviluppato o debilitato, che rischiano quindi anche lo sviluppo di complicazioni come polmoniti e/o bronchiti.
Con l’ arrivo della primavera, sono arrivati anche i dati riepilogativi dell’ultima stagione influenzale, ed i numeri sono molto più alti degli ultimi anni.
Quasi 8,7 milioni di italiani colpiti e 160 morti: questo il bilancio finale della stagione influenzale 2017-2018 che ormai si sta per concludere.
Secondo quanto reso noto dall’Istituto superiore di sanità (Iss), quella di quest’anno è stata l’epidemia più intensa degli ultimi 15 anni. Nella precedente, tra il 2016 e il 2017, i casi totali furono 5,4 milioni con 53 morti, e i casi gravi furono 219.
Complessivamente invece, in base agli ultimi dati disponibili, i casi gravi di questa stagione sono stati 744, di cui 15 donne incinte, e 160 le persone morte (tra cui 2 donne incinte). Nell’ultima settimana 23-9 aprile l’attività dei virus influenzali è arrivata ai livelli di base e sono stati circa 39mila i casi segnalati di influenza, con un’incidenza di 0,64 casi per mille assistiti.
Come per tutta la stagione, i più colpiti sono stati i bambini tra i 0 e 4 anni (1,43 casi), seguiti da quelli della fascia 5-14 anni (0,71), i giovani e gli adulti tra i 15-64 anni (0,63) e gli anziani dai 65 anni in su (0,46 casi).
Le regioni in cui l’incidenza è stata più forte e lunga sono state la Basilicata, la Calabria, le Marche e l’Abruzzo.
Ricordiamo che moltissimi contagi sarebbero potuti essere evitati grazie alla vaccinazione.
La vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze. Poiché i virus dell’influenza cambiano spesso, la vaccinazione va ripetuta ogni anno.
In inverno, però, circolano anche altri virus che provocano febbre e raffreddore, spesso scambiati per influenza. Contro questi virus il vaccino non è efficace, perché protegge solo da quelli influenzali.
La vaccinazione antinfluenzale è offerta in modo gratuito alle persone che rientrano nelle categorie a rischio. Il vaccino antinfluenzale è comunque indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni, sentito il parere del proprio medico.