Sarà un ceppo similare a quello dello scorso anno con due varianti, questo risulta essere il momento giusto per vaccinarsi contro l’influenza che, secondo le previsioni, colpirà maggiormente entro la fine di novembre. Dunque influenza alle porte e vaccini, come sempre, altamente consigliati soprattutto per le persone anziane, ma esaminiamo più approfonditamente la tipologia di influenza che colpirà a breve.’
Secondo le previsioni i ceppi saranno due, come l’anno scorso, ma leggermente diversi ed è per questo che anche la composizione del vaccino è cambiata sarà un quadrivalente, si parla di cinque milioni di casi ecco perché la vaccinazione è importantissima.
Influenza il picco a fine novembre
Lo spiega anche il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli studi di Milano che avverte:
“Complici gli sbalzi delle temperature, l’influenza nella Penisola si fa ancora attendere: abbiamo circa 120-130 mila casi a settimana di virus parainfluenzali, soprattutto respiratori e gastrointestinali. Ci vorranno almeno due settimane di freddo per la ‘vera influenza’, che quest’anno dovrebbe mettere a letto circa 5 milioni di italiani, più 8-10 mln colpiti dai virus parainfluenzali”.
Poi il punto sulle vaccinazioni chiarendo anche, per chi non lo sapesse, il costo:
“La vaccinazione è offerta gratuitamente agli over 65 e ai soggetti fragili, cioè con malattie croniche come Bpco, diabete e patologie cardiovascolari. E la buona notizia è che l’anno scorso la tendenza è stata in lieve risalita: si è immunizzato circa il 50% degli anziani, anche se ancora pochi rispetto al 75% indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità“.
Poi sul virus influenzale, Pregliasco spiega:
“Quello influenzale è un virus trasformista, una instabilità nella replicazione che rappresenta un vantaggio per il microrganismo, guidato dal meccanismo del caso e della necessità. Attraverso due meccanismi: la deriva antigenica (antigenic drift), ovvero una graduale modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le proteine in grado di stimolare una risposta immunitaria. Un fenomeno che riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A è più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Infatti, le nuove varianti così si ‘mascherano’ e diventano irriconoscibili agli anticorpi nella maggior parte delle popolazioni, tanto da rendere un certo numero di persone suscettibili al nuovo ceppo”.
Poi sui diversi casi e i virus:
“L’incognita resta sempre la quota di casi da virus B: negli ultimi anni è stato difficile fare previsioni su quale delle due ‘famiglie’ (Victoria o Yamagata) prevale”. Un errore di previsione rischia di ridurre l’efficacia protettiva della vaccinazione. “La disponibilità di vaccini quadrivalenti rende ora l’ombrello protettivo più ampio: sappiamo che il virus influenzale non è un solista – dice Pregliasco – ma agisce in gruppo. Proprio la difficoltà di previsione legata ai virus B ha portato a sviluppare i vaccini quadrivalenti, resi disponibili al momento da due ditte, che ‘ampliano’ la protezione contro l’influenza, una malattia dai pesanti costi sociali e sanitari”.
Fonte@Adnkronos – Salute