La morte è uno dei temi più difficili da affrontare, ma comprenderne il processo può aiutare a ridurre paure e ansie. Julie McFadden, un’infermiera specializzata in cure palliative, ha dedicato la sua carriera a educare le famiglie su ciò che accade negli ultimi momenti di vita di una persona. Attraverso video informativi e pubblicazioni, aiuta le persone a riconoscere i segnali fisici che precedono la morte, offrendo loro maggiore consapevolezza e serenità.

Tra i fenomeni che più colpiscono chi assiste un proprio caro negli ultimi giorni, due in particolare spiccano per la loro frequenza e l’impatto emotivo che provocano: i cambiamenti nel respiro e il cosiddetto “rantolo della morte”.
Respirazione Irregolare: Un Fenomeno Naturale
Uno dei primi segnali evidenti dell’approssimarsi della fine è l’alterazione del ritmo respiratorio. Molti familiari rimangono turbati nel notare che la persona alterna momenti di respirazione rapida a lunghe pause. Questo fenomeno, chiamato respirazione di Cheyne-Stokes, è molto comune nei pazienti terminali ed è legato a cambiamenti metabolici nel corpo.
Julie McFadden spiega che, sebbene possa apparire inquietante, questo tipo di respirazione non è segno di sofferenza. Studi scientifici dimostrano che, in questa fase, il cervello riduce la necessità di ossigeno e si concentra sulle funzioni essenziali, permettendo alla persona di restare in uno stato di tranquillità, anche quando il respiro diventa irregolare.
Il Rantolo della Morte: Un Suono Spaventoso, ma Innocuo
Un altro fenomeno che spesso genera preoccupazione nei familiari è il rantolo della morte, un suono gutturale che ricorda un gorgoglio o un respiro congestionato. Questo rumore si verifica quando la saliva si accumula nella bocca o nella gola, poiché il paziente, in stato avanzato, perde il riflesso della deglutizione. L’aria che passa attraverso il liquido residuo provoca così il caratteristico suono rauco.
Anche se il rumore può sembrare angosciante, McFadden chiarisce che non è indice di sofferenza o difficoltà respiratorie. “Molti credono che il paziente stia lottando per respirare, ma in realtà si tratta solo di saliva non deglutita”, afferma l’infermiera. In questa fase, la persona è in uno stato di profondo rilassamento e non è consapevole del suono.
Per ridurre il disagio di chi assiste, l’infermiera consiglia di modificare delicatamente la posizione della testa del paziente o, se necessario, usare farmaci specifici per diminuire la produzione di saliva.
Il Corpo È Programmato per Affrontare la Morte
Il messaggio principale di Julie McFadden è che il corpo umano segue un processo naturale e che questi segnali, per quanto possano sembrare spaventosi, non indicano dolore o angoscia. Sia la respirazione di Cheyne-Stokes che il rantolo della morte sono fenomeni fisiologici che non richiedono interventi nella maggior parte dei casi.
Se il paziente dovesse mostrare segni di agitazione, esistono farmaci palliativi in grado di alleviare qualsiasi possibile fastidio. Tuttavia, nella maggior parte delle situazioni, il corpo procede verso la fine del suo ciclo senza bisogno di trattamenti aggiuntivi.
Condividendo queste informazioni, Julie McFadden aiuta le famiglie a vivere gli ultimi momenti con maggiore serenità, consapevoli che alcune trasformazioni sono inevitabili ma non motivo di sofferenza. Il suo lavoro, disponibile online e nelle sue pubblicazioni, è una risorsa preziosa per chi si trova ad affrontare la perdita di una persona cara con più lucidità e meno paura.