Nel 2007, il piccolo villaggio di Mushahar, situato nello stato indiano del Bihar, è stato scosso da una vicenda criminale agghiacciante che ha visto protagonista Amarjeet Sada, un bambino di appena otto anni, sospettato di essere uno dei più giovani serial killer mai registrati. La storia ha catturato l’attenzione internazionale per i suoi dettagli inquietanti e per la complessità del caso.
La Sparizione che Ha Avviato l’Indagine
Le indagini hanno avuto inizio quando una madre ha denunciato la scomparsa della sua figlia di sei mesi. Dopo ore di ricerche, le autorità e i residenti hanno scoperto il corpo senza vita della neonata, e Amarjeet Sada è diventato immediatamente un sospettato chiave. Il bambino ha scioccato i presenti confessando apertamente non solo l’omicidio della piccola, ma anche altri due crimini precedenti.
Confessioni e Dettagli Agghiaccianti
Amarjeet ha rivelato agli investigatori che in passato aveva già tolto la vita a sua sorella di otto mesi e a un cugino di sei anni. Secondo fonti locali, i genitori di Sada erano a conoscenza di questi crimini e avrebbero tentato di proteggerlo dalle autorità, cercando di coprire le sue azioni per evitare conseguenze legali. La vicenda ha rivelato uno scenario familiare complesso, in cui la protezione del bambino ha preso il sopravvento sulla giustizia per le giovani vittime.
Un Comportamento da Brividi
Il caso ha guadagnato ancora più attenzione dopo che la podcaster di true crime Stephanie Soo ha raccontato alcuni comportamenti particolari del giovane Amarjeet durante il suo interrogatorio. Quando è stato portato alla stazione di polizia, prima di rilasciare la sua confessione, ha fatto una richiesta che ha lasciato perplessi gli agenti: voleva tè e biscotti. Sebbene possa sembrare un desiderio innocente per un bambino della sua età, Soo ha sottolineato come questo gesto possa riflettere un tentativo di esercitare controllo sulla situazione, una caratteristica comune tra i serial killer adulti.
Le Confessioni Dettagliate di Amarjeet
Dopo aver soddisfatto la sua richiesta, Amarjeet ha descritto con freddezza i dettagli della morte della neonata. “Dormiva a scuola. L’ho portata via, l’ho uccisa con una pietra e l’ho seppellita,” ha dichiarato. Ha inoltre spiegato perché ha usato un mattone, raccontando: “Quando ho provato a strangolarla, non ho sentito nulla perché non reagiva. Così ho scelto il mattone.”
La Questione della Giustizia Minorile
Le autorità hanno sospettato che Amarjeet soffrisse di gravi disturbi psichiatrici. Tuttavia, dato che aveva meno di 18 anni, non poteva essere processato come un adulto. Di conseguenza, è stato trasferito in un riformatorio a Munger. Secondo rapporti successivi, Sada sarebbe stato rilasciato a 16 anni con una nuova identità per proteggerlo e permettergli di reintegrarsi nella società.
Reazioni e Implicazioni del Caso
Il caso ha attirato una massiccia copertura mediatica, con reportage trasmessi da importanti canali come NDTV, che hanno mostrato Amarjeet in stato di fermo. Yahoo! Entertainment ha esplorato i tentativi disperati dei genitori di nascondere i crimini del figlio, mettendo in luce le complicate dinamiche familiari coinvolte.
Questo episodio ha aperto un acceso dibattito su diversi fronti, tra cui la giustizia minorile e la necessità di interventi di salute mentale per i giovani con gravi disturbi comportamentali. Il contrasto tra la giovane età di Amarjeet e la brutalità dei crimini commessi continua a sollevare interrogativi su come trattare casi simili nel sistema legale.
Il caso di Amarjeet Sada resta un esempio inquietante di come la violenza possa manifestarsi anche tra i più giovani, costringendo società e istituzioni a riflettere su come prevenire e gestire tragedie di questa natura.