Sarà che la maggior parte di noi, negli anni, ha acquistato o si è visto regalare libri che poi ha accumulato in attesa di trovare tempo e calma per leggerli, sarà che tra ansia e noia la voglia di concentrarsi e perdersi nella lettura non è troppa, ma una notizia spicca: in questo momento di grave crisi, è veramente crisi nella crisi per il settore dei libri.
Al 30 marzo si è fatta una previsione di 23.200 titoli in meno per la drastica riorganizzazione dei piani editoriali, cioè circa il 30% dell’intera produzione italiana.
«Accendete un faro sul mondo del libro. Lo state perdendo», denuncia il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi.
E aggiunge: «È difficile avere una percentuale esatta ma probabilmente, con le librerie chiuse, l’online con problemi di distribuzione e la grande distribuzione che lavora a macchia di leopardo, siamo al 70-75% di calo del volume d’affari».
Questo ha fatto sì che il 61% degli editori ha già fatto ricorso alla cassa integrazione o la sta programmando.
Dinanzi a questa drammatica realtà, sono già decine gli intellettuali e gli scrittori che hanno sottoscritto un appello affinché si disponga la riapertura delle librerie, naturalmente nella stretta osservanza delle norme di sicurezza e precauzione, come la distanza da una persona all’altra e magari l’uso di mascherine e guanti.