Il governo, per la prossima legge di Stabilità, sembra intenzionato ad abolire Imu e Tasi, le tasse da pagare anche sulla prima casa: la Tasi, tassa sui servizi indivisibili, è stata istituita nel 2014 e pesa sia sul proprietario che sul detentore dell’immobile.
In un paese in cui il cuneo fiscale è quasi insostenibili e certamente tra i più alti d’Europa, l’abolizione di queste tasse di certo farà piacere a molti, ma altrettanto sicuramente non gioverà a tutti nello stesso modo.
L’abolizione di Tasi e Imu sulla prima casa equivale ad un trasferimento di risorse «dai giovani agli anziani, dai meno istruiti ai più istruiti, da chi guadagna meno a chi guadagna di più e dagli immigrati agli italiani»: è questa la dura analisi del vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini sulla proposta avanzata dal premier Matteo Renzi di tagliare le tasse sugli immobili.
A quanto riferisce il Corriere, “secondo l’ultima indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia, nel 2012 viveva nella casa di proprietà il 67,2% delle famiglie; per il più recente censimento dell’Istat, nel 2013 siamo al 72,1%. Dunque poco meno di un terzo dei residenti in Italia resterà fuori dall’operazione Tasi e Imu”.
Senza contare che he verranno a mancare oltre 4 miliardi di euro da reperire altrove e che i risparmi saranno maggiori per i possessori degli immobili più grandi e costosi.
Ad esempio, per i possessori delle abitazioni di categoria A2 il “taglio” sarà di circa 227 euro all’anno, per quelle A3 di 120 euro, mentre i possessori di una abitazione di tipo signorile o di una villa beneficeranno di un “regalo” attorno ai 1.830 euro. I proprietari di castelli, infine, potranno godere di un risparmio che dovrebbe sfiorare i 2.280 euro.