Gli studiosi rivelano che Gesù non si chiamava “Gesù”
Recenti ricerche nel campo della storia e della linguistica hanno portato alla luce sorprendenti dettagli sul vero nome della figura religiosa che oggi conosciamo come Gesù Cristo. Secondo gli esperti, il nome “Gesù” è il risultato di secoli di trasformazioni linguistiche e culturali, e non corrisponde al nome originale con cui veniva identificato il Figlio di Dio nella sua epoca.
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Un nome radicato nell’aramaico
Gli studiosi concordano sul fatto che il nome originale di Gesù fosse Yeshua, una forma comune nella Galilea del I secolo e radicata nella lingua aramaica, parlata nella regione all’epoca. Secondo la professoressa Dineke Houtman, esperta di lingue semitiche presso l’Università teologica protestante dei Paesi Bassi, Yeshua era il modo in cui Gesù si presentava, sebbene nella successiva letteratura rabbinica fosse utilizzata anche la forma abbreviata Yeshu.
Questo punto di vista è condiviso dalla professoressa Candida Moss, esperta di cristianesimo primitivo dell’Università di Birmingham, la quale spiega che il nome Yeshua era uno dei più diffusi nella Galilea di quel tempo.
Da Yeshua a Gesù: la trasformazione linguistica
La trasformazione del nome di Gesù è un esempio di come i linguaggi e le culture possano modificare profondamente i nomi propri. Il termine Yeshua passò dall’aramaico all’ebraico, poi al greco (dove diventò “Iēsous”), successivamente al latino e infine alle lingue moderne, assumendo la forma “Jesus” in inglese e “Gesù” in italiano.
Un aspetto interessante riguarda la pronuncia della “J”, oggi presente in molte lingue moderne: questo suono non esisteva né nell’aramaico né nelle prime lingue semitiche. Inoltre, molte lettere usate nelle traslitterazioni moderne apparvero solo secoli dopo la morte di Gesù, evidenziando come i contesti culturali abbiano contribuito a plasmare il nome.
Il significato di “Cristo”
Se il nome “Gesù” ha subito profonde trasformazioni, il termine “Cristo” aggiunge un ulteriore livello di complessità. Derivato dal greco Christos, significa “unto” e non rappresenta un cognome nel senso moderno del termine. Piuttosto, si trattava di un titolo simbolico che indicava la sua natura divina e il suo ruolo profetico.
Un viaggio storico e culturale
Secondo il professor Lawrence Mykytiuk, della Purdue University, Gesù nacque tra il 6 e il 4 a.C., e il suo nome originario riflette il contesto culturale e linguistico del Medio Oriente del tempo. Probabilmente era conosciuto come Yeshu di Nazareth (Yeshu Nazareen), un appellativo che indicava la sua città natale.
L’evoluzione del nome, da Yeshua a Gesù, rappresenta non solo una trasformazione linguistica, ma anche una testimonianza del passaggio delle narrazioni religiose attraverso epoche e civiltà. Questo processo ha contribuito a rendere il nome di Gesù un simbolo universale, adattato e reinterpretato da culture e lingue diverse per oltre duemila anni.