Dalle antiche leggende egizie all’industria moderna: il doppio volto dello scorpione
Lo scorpione, creatura tanto temuta quanto venerata, da millenni rappresenta un potente simbolo nella cultura umana. In una delle storie più suggestive della mitologia egizia, la dea Iside, in fuga con il piccolo Horus, è protetta da sette scorpioni magici durante il suo esilio. Quando una donna benestante si rifiuta di aiutarla, i fedeli artropodi colpiscono il figlio della ricca signora per vendetta. Iside, svelando la sua vera natura divina, interviene per salvare il bambino, dimostrando come lo scorpione possa essere allo stesso tempo portatore di morte e strumento di guarigione.

Questa duplicità – minaccia e protezione, veleno e medicina – riflette perfettamente il ruolo che lo scorpione ha assunto oggi nel mondo moderno.
Un mercato in crescita: lo scorpione come risorsa farmaceutica
Oltre al suo significato simbolico, lo scorpione è oggi al centro di un settore biotecnologico in piena espansione, grazie al valore incredibile del suo veleno. Nonostante esistano oltre 2.500 specie di scorpioni distribuite in quasi tutto il mondo (esclusa l’Antartide e la Nuova Zelanda), solo una cinquantina producono tossine potenzialmente letali. Ma proprio da queste poche specie arriva una sostanza ricercatissima: un fluido complesso, ricco di peptidi, enzimi e proteine, con enormi potenzialità mediche.
Questo “oro biologico” viene oggi utilizzato per lo sviluppo di farmaci innovativi, inclusi trattamenti per il cancro, malattie autoimmuni e disturbi neurologici, oltre che in cosmetica e nanotecnologia.
Fattorie di scorpioni: quando l’allevamento diventa business
La crescente domanda di veleno ha portato alla nascita di vere e proprie fattorie di scorpioni, specialmente in Paesi dell’Asia e dell’Africa. In Iran, ad esempio, si stima che un litro di veleno possa valere fino a 10 milioni di dollari. Anche in Nigeria, l’ex militare Muhammad Usman ha abbandonato la carriera nell’esercito per dedicarsi all’allevamento di oltre 10.000 scorpioni, tra cui il temibile Leiurus quinquestriatus e lo Pandinus imperator, noto anche come scorpione imperatore.
Usman si prende cura meticolosamente dei suoi esemplari, conservandoli in contenitori trasparenti e “mungendoli” con strumenti appositi per raccogliere ogni preziosa goccia di veleno, da conservare poi a temperatura controllata. La procedura, seppur affascinante, comporta rischi elevati e un’enorme pazienza, visto che ogni scorpione può produrre solo circa 2 ml di veleno al giorno.
Perché il veleno di scorpione è così prezioso?
Secondo gli esperti, il valore di questo fluido risiede nella sua straordinaria complessità chimica. Il ricercatore Hamed Feleke della Texas Tech University spiega che, sebbene la tecnologia stia avanzando nella sintesi in laboratorio di alcune componenti, l’estrazione naturale resta ancora oggi la fonte principale di veleno per uso medico e commerciale.
L’alto costo è giustificato non solo dalla pericolosità del processo, ma anche dalla quantità di scorpioni necessaria per ottenere una quantità significativa di prodotto. Servono migliaia di esemplari per raccogliere abbastanza liquido da poter essere utilizzato nella produzione su scala industriale.
Conservazione delle specie: un rischio sottovalutato
Ma dietro questo settore in crescita si nasconde un potenziale problema ecologico. L’aumento degli allevamenti ha sollevato preoccupazioni tra i biologi e gli ambientalisti, poiché molte specie non sono protette e la loro raccolta indiscriminata potrebbe ridurre drasticamente le popolazioni selvatiche.
Lo zoologo Alireza Zamani, dell’Università di Turku in Finlandia, ha lanciato l’allarme: la corsa al veleno sta mettendo in pericolo alcune specie, e ha invitato le comunità locali a regolamentare l’attività, sottolineando come le produzioni artigianali non abbiano un reale mercato riconosciuto.
Conclusione: tra mito, scienza e business
Lo scorpione, da sempre circondato da un’aura di mistero e ambiguità, oggi rappresenta una delle frontiere più affascinanti della ricerca medica e dell’industria biotech. Tuttavia, l’equilibrio tra profitto e sostenibilità si fa sempre più sottile. Riconoscere il valore scientifico del veleno senza compromettere l’equilibrio degli ecosistemi sarà la sfida cruciale per il futuro di questa nuova “corsa all’oro”.