Il primo cimitero al mondo è stato creato da una razza sconosciuta

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La scoperta del più antico luogo di sepoltura al mondo ha recentemente sconvolto la comunità scientifica, e sorprendentemente, non è stato creato dagli esseri umani.

Il primo cimitero al mondo stato creato da una razza sconosciuta

Gli appassionati di storia antica e antropologia saranno sorpresi da questa rivelazione. Tradizionalmente, la Culla dell’Umanità in Sud Africa, un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO nei pressi di Johannesburg, è stato il fulcro per lo studio delle origini degli esseri umani moderni, ospitando le tombe di alcuni dei nostri antenati più antichi. Tuttavia, una nuova scoperta sta per riscrivere la storia dell’evoluzione umana.

Nel sistema di grotte Rising Star, a circa 30 metri di profondità, sono stati trovati luoghi di sepoltura appartenenti all’Homo Naledi, una specie estinta che risale a circa 200.000 anni fa. Questa datazione rende queste sepolture circa 100.000 anni più antiche rispetto a qualsiasi altro sito umano conosciuto.

L’Homo Naledi, una specie affascinante, era alta circa 143 centimetri, possedeva mani adatte all’uso di strumenti e camminava eretta come noi. La caratteristica più sorprendente, però, è il loro cervello, delle dimensioni di un’arancia. Nonostante le dimensioni ridotte del cervello, l’Homo Naledi è riuscito a compiere qualcosa di straordinario.

Lee Berger, il paleoantropologo che ha guidato la ricerca, ha definito queste come “le sepolture più antiche mai registrate nella documentazione degli ominidi”. Le ossa sono state trovate in buche che sembrano essere state scavate e riempite deliberatamente al momento della sepoltura. Ancora più intriganti sono le incisioni geometriche sulle pareti delle caverne, suggerendo che l’Homo Naledi fosse capace di creare complessi luoghi di sepoltura.

Questa scoperta ha entusiasmato i ricercatori, poiché dimostra che le pratiche mortuarie non erano esclusive dell’Homo sapiens o di altri ominidi dal cervello grande. Le prove indicano che l’Homo Naledi poteva impegnarsi in comportamenti complessi, comprese pratiche simboliche come i rituali di sepoltura. Berger sostiene che questa scoperta sfida l’idea che solo gli esseri umani siano capaci di sviluppare comportamenti simbolici, suggerendo che tali comportamenti potrebbero non essere un’esclusiva invenzione umana.

Tuttavia, non tutti sono convinti delle affermazioni di Berger. Uno studio pubblicato nel novembre 2023 mette in dubbio le prove, con critici come María Martinón-Torres che sostengono che non ci sono evidenze concrete che l’Homo Naledi abbia seppellito deliberatamente i propri morti. Essi chiedono ulteriori ricerche per determinare se eventi naturali o processi post-deposizionali possano aver causato l’accumulo di corpi in queste fosse.

Sebbene Berger e il suo team siano convinti di aver scoperto un capitolo rivoluzionario nell’evoluzione umana, il dibattito è ancora aperto. Una cosa è certa: questa scoperta ha acceso una discussione nella comunità scientifica, e tutti attendono con impazienza ulteriori prove. L’Homo Naledi, vissuto in Sud Africa circa 200.000 anni fa e scoperto nelle grotte del sistema Rising Star, rappresenta un affascinante enigma per gli scienziati. Sebbene fossero di piccola statura e avessero cervelli significativamente più piccoli rispetto agli esseri umani moderni, le prove suggeriscono che possedessero comportamenti e abilità sorprendentemente avanzati.

Un aspetto sorprendente dell’Homo Naledi è la loro altezza media di circa 143,6 centimetri. Nonostante le dimensioni ridotte, avevano mani abili, capaci di maneggiare strumenti efficacemente, indicando che, sebbene il loro cervello fosse piccolo, avevano capacità motorie e cognitive sufficientemente avanzate per creare e utilizzare strumenti nella vita quotidiana.

Le incisioni geometriche trovate sulle pareti delle grotte suggeriscono che questa specie possedesse una forma di espressione simbolica, un tratto ritenuto esclusivo degli esseri umani moderni. La capacità di creare simboli complessi indica un livello di comunicazione e pensiero astratto più avanzato di quanto immaginato finora.

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