Negli ultimi 15 anni, gli scienziati hanno osservato indizi di cambiamenti sia nella velocità che nella forma del nucleo interno della Terra. Tuttavia, una domanda cruciale rimane aperta: quali effetti potrebbero avere queste variazioni sulla superficie del pianeta?
Recenti studi indicano che il nucleo interno, il cuore del nostro pianeta, ha subito un rallentamento e potrebbe aver modificato la sua struttura. Queste scoperte sono state presentate dal geofisico americano John Emilio Vidale dell’Università della California del Sud, che ha illustrato le sue analisi durante un incontro dell’American Geophysical Union. L’obiettivo è risolvere il mistero su ciò che sta avvenendo in profondità nel pianeta.
Poiché non esistono strumenti diretti per studiare il nucleo interno, i ricercatori hanno sfruttato i terremoti che si verificano nelle remote isole Sandwich Australi, vicine all’Antartide. Questi sismi generano onde sismiche che attraversano la Terra e raggiungono strumenti situati in Alaska. Le onde, simili a segnali sonar che attraversano l’acqua, trasportano informazioni sui materiali incontrati nel loro percorso attraverso il nucleo interno. Gli strumenti in Alaska registrano le caratteristiche di queste onde, le cosiddette forme d’onda, fornendo indizi preziosi sulla struttura interna del pianeta.
Nel 2023, i geofisici hanno rilevato variazioni nelle forme d’onda, suggerendo che il nucleo interno potrebbe aver smesso di ruotare o, addirittura, che la sua rotazione si sia invertita. Analizzando un’ampia serie di dati, tra cui 200 coppie di terremoti registrati dal 1991 al 2024, il team di Vidale ha avanzato l’ipotesi che il fenomeno possa essere spiegato con una deformazione del nucleo interno. Il ricercatore ha suggerito che zone specifiche del nucleo, caratterizzate da rigonfiamenti o contrazioni, potrebbero essere responsabili di questi cambiamenti.
Non è la prima volta che gli scienziati osservano modifiche nella struttura del nucleo terrestre. Già nel 2006, il geofisico Lianxing Wen della Stony Brook University aveva documentato come alcune aree del nucleo interno potessero sollevarsi o abbassarsi di centinaia di metri nel corso di decenni, un fenomeno attribuito al raffreddamento del nucleo e al movimento di materiali verso l’esterno. Tuttavia, Wen non riteneva che il nucleo ruotasse in modo diverso rispetto alla Terra. In contrasto, Vidale ipotizza che la rotazione del nucleo si sia rallentata.
La domanda fondamentale resta: questi cambiamenti influenzeranno la vita sulla superficie del pianeta? Vidale stesso ammette che al momento non ci sono risposte definitive: “Non sappiamo se e come questo fenomeno avrà ripercussioni in superficie,” ha affermato, “e non possiamo dirlo con certezza finché non avremo una comprensione più approfondita di ciò che sta accadendo.”