Il mistero della pioggia nera che cade in Brasile

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Un fenomeno preoccupante sta per colpire San Paolo, segnalando la gravità della crisi ambientale nella regione e nel Paese.

Il mistero della pioggia nera che cade in Brasile

Un fronte freddo è in arrivo per il fine settimana, con previsioni di piogge estese in tutto lo stato, in particolare domenica. Tuttavia, invece di rappresentare un sollievo in un periodo di siccità, questo evento meteorologico suscita allarme a causa dell’eccezionale quantità di particolato atmosferico, derivante dai numerosi incendi intensi e fuori controllo.

Lo stato di San Paolo sta vivendo un’ondata di incendi senza precedenti, da quando l’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (INPE) ha iniziato a monitorare la situazione con strumenti satellitari negli anni ’90. I dati sono impressionanti: solo venerdì scorso sono stati rilevati 1.886 focolai, il doppio della media storica di agosto, pari a 914. In appena 48 ore, tra il 22 e il 23, il numero dei focolai è salito a 2.316, rappresentando il 253% della media mensile di incendi di agosto.

Questi numeri non sono semplici statistiche, ma indicano una minaccia concreta per la salute pubblica e l’ambiente. La fuliggine prodotta da questi incendi, composta da piccolissime particelle di carbonio, può rimanere sospesa nell’aria per lunghi periodi e viaggiare su grandi distanze, influenzando aree molto lontane dal punto di origine.

La pioggia nera si forma quando queste particelle di fuliggine si combinano con l’umidità nelle nuvole, fungendo da nuclei di condensazione attorno ai quali si sviluppano le gocce di pioggia. Il risultato è una precipitazione contaminata che può avere gravi conseguenze ambientali e sanitarie. Oltre a lasciare residui visibili su superfici come edifici e veicoli, la pioggia nera può contaminare corpi idrici, suolo e vegetazione.

Gli effetti della pioggia nera vanno ben oltre ciò che è visibile. Recenti studi hanno dimostrato che la presenza di fuliggine nell’atmosfera può alterare in modo significativo le dinamiche delle precipitazioni, accelerare lo scioglimento dei ghiacciai e contribuire al riscaldamento globale. Una ricerca condotta da Newton de Magalhães Neto dell’Università Statale di Rio de Janeiro (UERJ) ha modellato l’impatto che la combustione della biomassa nell’Amazzonia potrebbe avere sul ghiacciaio boliviano Zongo.

I risultati suggeriscono che gli aerosol prodotti dagli incendi possono essere trasportati dai venti fino ai ghiacciai andini, dove si depositano sulla neve, accelerandone lo scioglimento riducendo la capacità della neve di riflettere la luce solare. Il nerofumo, un componente principale della fuliggine, è considerato il secondo maggior contributore al cambiamento climatico, subito dopo l’anidride carbonica. Anche se persiste nell’atmosfera per un tempo minore rispetto alla CO2, il suo impatto è notevole: non solo assorbe l’energia solare, ma influisce anche sulla formazione, la stabilità e la durata delle nuvole, modificando i modelli delle precipitazioni.

La situazione di San Paolo è un sintomo di un problema molto più ampio che interessa tutto il Brasile e il mondo intero. Gli incendi in Amazzonia, ad esempio, non solo devastano la foresta, ma producono anche enormi quantità di nerofumo che, infine, finiscono per essere trasportati nei fiumi e, successivamente, nell’Oceano Atlantico. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications ha rivelato che la maggior parte del nerofumo trasportato dal Rio delle Amazzoni è di origine recente, indicando che proviene da incendi avvenuti di recente.

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