Per molti anni, gli scienziati si sono interrogati sul destino del cromosoma Y dei Neanderthal, i nostri enigmatici parenti preistorici.
Questi ominidi scomparvero circa 30.000 anni fa, lasciandoci solo resti scheletrici e tracce genetiche nel DNA dell’Homo sapiens. Recenti studi hanno dimostrato che gli incroci tra le due specie erano relativamente frequenti, tanto che circa 47.000 anni fa avvennero incontri che portarono fino al 2% di DNA neanderthaliano nel nostro genoma. Ma il cromosoma Y, fondamentale per il sesso maschile, è assente.
Il sequenziamento del DNA dei Neanderthal ha rivelato molte similitudini con l’uomo moderno, inclusi 23 paia di cromosomi e circa 20.000 geni. Tuttavia, il cromosoma Y dei Neanderthal non è presente nel nostro materiale genetico. Questo ha dato origine a numerose teorie: dalla perdita casuale all’incompatibilità genetica, fino alla selezione evolutiva.
Una teoria sostiene che il cromosoma Y dei Neanderthal potrebbe non essere stato sufficientemente funzionale per generare maschi sani, portando alla sua graduale eliminazione. Un’altra ipotesi propone che gli accoppiamenti interspecie siano avvenuti principalmente tra donne di Neanderthal e uomini di Homo sapiens, risultando nell’eredità del cromosoma Y umano.
La “regola di Haldane“, formulata negli anni ’20, può offrire una spiegazione. Secondo questa regola, negli ibridi tra specie, gli individui con cromosomi sessuali diversi sono spesso sterili o malsani. Nei mammiferi, ciò accade frequentemente nei maschi ibridi. È quindi possibile che il cromosoma Y dei Neanderthal non potesse funzionare correttamente con i geni dell’Homo sapiens, portando alla sua scomparsa.
Questa scoperta sottolinea la complessità dei processi evolutivi che hanno formato la nostra specie. Gli scienziati continuano a esplorare questo affascinante enigma, sperando di ricostruire il quadro completo della nostra antica storia umana.