Il misterioso “lago fantasma” riappare 130 anni dopo la sua scomparsa. Il Lago Tulare, situato nella San Joaquin Valley in California, è tornato a sorprendere, trasformando vaste aree di terreni agricoli in un’enorme distesa d’acqua. Questo evento eccezionale, che non si verificava da oltre un secolo, ha già sommerso circa 38.000 ettari di terreni coltivati e rischia di estendersi ulteriormente.
Un gigante del passato
Un tempo, il Lago Tulare era una delle meraviglie naturali della California. Nel 1850, il lago si estendeva per circa 160 chilometri di lunghezza e 50 di larghezza, rendendolo il più grande lago d’acqua dolce a ovest del fiume Mississippi. “È difficile immaginare oggi la sua vastità,” osserva Vivian Underhill, una ricercatrice che ha approfondito la storia di questa formazione naturale. La sua importanza non si limitava alle dimensioni: il lago fungeva da risorsa vitale per l’economia e le comunità locali. Una volta, una nave a vapore solcava le sue acque trasportando merci agricole da Bakersfield a Fresno e persino fino a San Francisco. Per la comunità indigena dei Tachi Yokut, il lago era una fonte primaria di sostentamento e un pilastro della loro cultura.
La trasformazione forzata
Alla fine del 1800, il Lago Tulare fu oggetto di un vasto intervento di bonifica che ne decretò la scomparsa. Centinaia di canali e bacini di irrigazione furono costruiti per deviarne le acque e guadagnare nuove terre da destinare all’agricoltura. “La possibilità di drenare il lago rappresentava un’opportunità per ottenere la proprietà della terra,” spiega Underhill, sottolineando le motivazioni dei coloni dell’epoca. Sebbene questa trasformazione abbia reso disponibili ampi spazi per le coltivazioni, ha anche causato lo sfollamento delle popolazioni indigene e modificato radicalmente l’ecosistema.
Il ritorno del lago
Nel 2023, le intense piogge invernali e lo scioglimento delle nevi della Sierra Nevada hanno riportato in vita il lago per la quinta volta dalla sua scomparsa. Questa rinascita ha attratto numerose specie di fauna selvatica, inclusi uccelli acquatici come le anatre, ma ha anche creato gravi problemi. L’espansione delle acque ha sommerso proprietà private, magazzini e infrastrutture, mettendo a rischio materiali pericolosi come fertilizzanti e apparecchiature elettriche. La presenza del lago ha messo in difficoltà i proprietari terrieri, costringendoli a confrontarsi con la perdita dei terreni agricoli e i pericoli derivanti dai residui chimici e dai macchinari sommersi.
Una sfida tra uomo e natura
Il ritorno del Lago Tulare mette in evidenza la fragile relazione tra le modifiche apportate dall’uomo e i sistemi idrici naturali. Questo evento ricorda che, nonostante gli interventi umani, i cicli naturali possono riaffermarsi in modo imprevisto. La presenza del lago rappresenta una sfida unica per il settore agricolo della San Joaquin Valley, che si trova ora a fronteggiare un passato che riaffiora sotto forma di un gigantesco specchio d’acqua.