Gli scienziati hanno confermato la possibilità che la vita aliena possa essere trovata attraverso le emissioni di CFC.
Una caratteristica del James Webb Telescope che il suo predecessore, l’Hubble, non è in grado di fare è la capacità di studiare i pianeti in orbita attorno a stelle lontane. E anche per rilevare la vita su di loro cercando e identificando le firme biologiche.
Nel nuovo lavoro, gli scienziati hanno esplorato la possibilità di utilizzare il telescopio spaziale Webb per cercare inquinanti industriali nelle atmosfere degli esopianeti.
Gli astronomi hanno prestato particolare attenzione ai clorofluorocarburi (CFC). Sulla Terra, sono prodotti su scala industriale come refrigeranti e agenti di pulizia.
È noto che i CFC avevano già creato un enorme buco nello strato di ozono terrestre negli anni ’80 prima che entrasse in vigore il divieto internazionale del loro uso.
Gli scienziati sono fiduciosi che se troveranno tracce di queste potenti emissioni di gas serra, che si distinguono per un lungo tempo di permanenza nell’atmosfera, scopriranno la vita aliena.
“È quasi certo che i CFC emergeranno come risultato della vita di una civiltà: una vita intelligente capace di un’industrializzazione dilagante“, osservano gli autori dello studio.