Nel gennaio 2022, l’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga Hunga Ha’apai ha sconvolto il mondo, segnando una delle più potenti esplosioni vulcaniche mai registrate. Questo fenomeno, avvenuto nell’arcipelago di Tonga, è stato studiato in dettaglio grazie ai moderni strumenti di monitoraggio. Un recente studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters ha svelato i complessi processi che hanno portato a questo evento devastante.
Le origini dell’eruzione: il ruolo dei segnali precursori
Il 15 gennaio 2022, pochi minuti prima dell’esplosione principale, due stazioni di monitoraggio hanno rilevato un’onda sismica definita “precursore sismico”. Secondo la ricerca guidata dalla vulcanologa Mie Ichihara dell’Università di Tokyo, il collasso di una sezione debole della crosta oceanica sotto la caldera del vulcano ha innescato un’interazione esplosiva tra acqua marina e magma. Questo processo ha generato onde di Rayleigh, vibrazioni acustiche che si propagano lungo le superfici solide, rilevate a oltre 750 chilometri di distanza.
Un’eruzione paragonabile a eventi storici catastrofici
Con un indice di esplosività vulcanica (VEI) di almeno 5, l’eruzione del Hunga Tonga Hunga Ha’apai è stata equiparata a eventi storici come il Vesuvio del 79 d.C. e il Monte St. Helens nel 1980. Il vulcano ha espulso circa 10 chilometri cubi di materiale vulcanico e rilasciato 146 milioni di tonnellate di vapore acqueo nell’atmosfera, l’equivalente di 58.000 piscine olimpioniche. L’energia sprigionata è stata paragonabile a centinaia di bombe atomiche, generando anche correnti sottomarine record.
Nonostante la remota posizione geografica del vulcano, l’eruzione ha causato uno tsunami che ha colpito le coste di Tonga e del Perù, causando almeno sei vittime.
La sismologia come chiave per il futuro
Lo studio ha evidenziato l’importanza di analizzare i segnali sismici precursori per anticipare eventi di questa portata. Takuro Horiuchi, autore principale della ricerca, ha spiegato che le onde di Rayleigh rappresentano un elemento cruciale per identificare l’attività vulcanica imminente, ma tali segnali sono spesso deboli e difficili da rilevare a grandi distanze.
Ichihara ha sottolineato l’urgenza di sviluppare sistemi di allerta rapida, dichiarando: “Ogni minuto è fondamentale in caso di emergenza.” L’obiettivo futuro è integrare questi dati nei sistemi di monitoraggio per fornire allarmi tempestivi, salvando vite umane e riducendo i danni.
Conclusione
L’eruzione del Hunga Tonga Hunga Ha’apai non è stata solo una dimostrazione della potenza della natura, ma anche un’opportunità per migliorare la comprensione dei fenomeni vulcanici. Grazie agli studi sui segnali sismici precursori, gli scienziati sperano di prevedere meglio le eruzioni future, proteggendo le comunità più vulnerabili.