Certamente è stata una incomprensione, una falla di un sistema che ricordiamo essere elettronico e quindi funzionare su associazioni algoritmiche puramente matematiche, eppure Google è stata costretta a scusarsi per quanto successo nei giorni scorsi, riguardo al servizio di Google Maps.
Come gli utenti sapranno bene, quando si effettua una ricerca su Maps, non viene effettuata una query solo sul database di luoghi ed esercizi commerciali, ma anche in generale sul web, per fornire risultati il più possibile corrispondenti ai termini inseriti: in pratica alcune ricerche con termini razzisti e offensivi nei confronti della popolazione afroamericana indirizzavano gli utenti alla Casa Bianca.
Il gruppo di Mountain View, dopo le polemiche globali, è intervenuto con un post sul blog ufficiale, spiegando il perché del problema, e porgendo le scuse ufficiali: “In Google lavoriamo sodo per fornire alle persone le informazioni che cercano, incluse quelle riguardanti il mondo attraverso Google Maps. I nostri sistemi di ranking sono progettati per restituire risultati che corrispondono alle richieste inviate. Per Maps, questo riguarda contenuti su attività commerciali e altri luoghi pubblici presenti sul Web. Questa settimana siamo venuti a conoscenza di un passo falso commesso dal nostro sistema, chiaro e netto. Alcuni termini di ricerca offensivi hanno portato a risultati inattesi sulle mappe, soprattutto perché le persone li hanno utilizzati in discussioni online a proposito del luogo. Ciò ha causato la comparsa di risultati inappropriati che gli utenti non stavano cercando”.
I cambiamenti apportati da Google sembrano aver già avuto effetto e molti risultati razzisti sono già spariti dalle ricerche.