Non bisogna essere fanatici animalisti per abborrare la caccia alle balene, la terribile caccia ai cetacei giganti che ogni anno insanguina gli oceani, in una mattanza che non ha alcuna giustificazione.
Se è vero che in molti paesi del mondo la carne di balena viene consumata, è altrettanto vero che nella maggior parte dei casi la caccia è vista come uno sport, una gara a chi uccide più animali e versa più sangue.
Ed ora la situazione è destinata a peggiorare: il Giappone infatti lascerà l’International Whaling Commission (IWC), l’organizzazione internazionale che si occupa di regolare la caccia alle balene nel mondo, e a luglio ricomincerà a cacciarle per motivi commerciali dopo più di trent’anni.
Già a settembre scorso il Giappone aveva proposto di revocare il divieto nel corso del vertice annuale dell’Iwc in Brasile: allora però la proposta era stata respinta e Tokyo aveva minacciato di riconsiderare la sua adesione all’ente.
La caccia sarà permessa solo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva del Giappone, mentre sarà vietata nelle acque dell’Antartide e nell’emisfero australe.
Secondo gli esperti di Greenpeace, dietro la motivazione delle autorità giapponesi si nasconde la volontà di sostenere l’industria della carne di balena che, ancora oggi, malgrado il repentino calo delle vendite, è considerata una fonte alternativa e a buon mercato di proteine.
Ricordiamo che anche Islanda e Norvegia, pur facendo parte dell’Iwc, continuano a praticare la caccia alle balene.