Il riscaldamento globale è una delle tematiche più “calde” che si sono affrontate durante l’ultimo G7, il raduno dei potenti del mondo che hanno discusso dei problemi più assillanti e urgenti da risolvere.
Germania, Francia, Regno unito, Italia, Giappone e Usa rappresentano solo il 10% circa della popolazione mondiale, ma sono responsabili del 26% delle emissioni di gas serra mondiali ed è per questo che era così importante che trovassero un accordo su un piano da perseguire assieme.
Come ha riferito Angela Merkel al G7 che si è appena concluso in Baviera, al castello di Elmau, c’è stato «un chiaro riconoscimento sull’obiettivo del contenimento dell’aumento di due gradi della temperatura globale»: l’accordo – che vedrà aumentare a 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 i fondi per la lotta al riscaldamento globale, attingendo da fonti pubbliche e private – dovrebbe spianare la strada per un successo della conferenza delle Nazioni Unite sul clima in programma a fine anno a Parigi.
Nelle ore precedenti all’ultimo incontro gli attivisti di Greenpeace hanno proiettato con un laser un messaggio sul monte Zugspitz, proprio vicino al luogo del summit: “G7: Go for 100% renewables!”.
“Solo se Stati Uniti, Giappone e Canada dimostreranno un’assunzione di responsabilità nei confronti del Pianeta, smettendo di opporsi a un accordo globale sul clima, potremo dirci soddisfatti da quanto emergerà oggi dal G7 di Elmau”, aveva affermato Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. E alla fine l’accordo è stato trovato.
Questo il commento del Premier Matteo Renzi: «#G7Summit #G7 si chiude bene su clima ambiente sviluppo. Italia non è più il problema dell’economia mondiale, ma parte della soluzione».