Purtroppo, nonostante sia poco conosciuta e se ne parli pochissimo, è sempre più diffusa, anche nel nostro paese.
La fibromialgia è una sindrome muscolo-scheletrica che causa dolore ed affaticamento. Solo negli ultimi 10-15 anni si è potuto approfondire la conoscenza di questa malattia, che in Italia interessa circa 1.5-2 milioni di persone, soprattutto di sesso femminile.
Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti (un segno è ciò che il medico trova nella visita; un sintomo è ciò che il malato riferisce al dottore).
La fibromialgia spesso confonde poiché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche. La fibromialgia interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. Sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli.
Il dolore è diffuso a tutto il corpo e si ha la sensazione di avere un corpo dolente, come se fosse pieno di lividi.
Astenia, alterazioni del sonno e facilità all’affaticamento fanno compagnia al dolore. Il sonno non è ristoratore, è un sonno inadeguato, spesso associato a difficoltà ad addormentarsi, intervallato da risvegli notturni.
Un’altra caratteristica della malattia è la rigidità muscolare, con la sensazione di avere la muscolatura come dopo una corsa, cioè piena di acido lattico. Vi è scarsa capacità di concentrazione e difficoltà di memoria, con un fenomeno sottostimato ma lamentato spesso dai pazienti consistente in uno stato di nebbia mentale, con il timore di non essere più capace di svolgere la propria attività lavorativa.
La causa esatta all’origine della fibromialgia non è nota, ma si ritiene possano essere coinvolti diversi fattori (biochimici, genetici, neurochimici, ambientali, ormonali, psicologici ecc.). La patogenesi della malattia è, infatti, un argomento molto discusso: non esistono ancora dati definitivi, ma molti studi cercano di approfondire l’interazione multifattoriale esistente alla base della malattia.
In particolare, i ricercatori ritengono che la fibromialgia amplifichi le sensazioni dolorose (o ne riduca l’inibizione), influenzando il modo in cui il cervello elabora i segnali di dolore. I sintomi a volte iniziano dopo un trauma fisico, interventi chirurgici, infezioni od un significativo stress psicologico.
Anche la diagnosi e le caratteristiche cliniche sono controverse e le possibilità terapeutiche sono interesse di continui studi. Al momento, non esiste una cura per la fibromialgia, ma sono disponibili diverse opzioni terapeutiche che consentono di controllare ed alleviare i sintomi: farmaci, esercizio fisico e tecniche di rilassamento.
Il 12 maggio si celebra la Giornata mondiale della fibromialgia. Per l’occasione, le sezioni dell’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica (sindromefibromialgica.it) organizzano eventi in piazza, visite ai reparti ospedalieri e incontri.
Riflettori accessi quindi su una patologia che per troppo tempo è stata relegata in un angolo perché poco conosciuta anche dai medici.
Il simbolo delle iniziative sarà la vendita delle campanule viola (il fiore che rappresenta la sindrome e i malati) a scopo benefico.
Gli italiani che soffrono per questa problematica sono circa 2milioni.
Diversi sono anche i personaggi noti che hanno dichiarato di esserne affetti. La pop star americana Lady Gaga, lo scorso febbraio è stata costretta proprio dai sintomi della Fibromialgia ad interrompere il suo tour. Ne soffrono anche l’attore Morgan Freeman e l’attrice Susan Flannery una delle protagonista di “Beautiful”.