Se il mercato dell’illecito è, a tutti gli effetti, il mercato più florido in Italia, e l’unico che non ha mai conosciuto crisi, tra i tanti traffici, spicca quello che ruota intorno alle opere d’arte trafugate, che frutta ogni anno un giro d’affari milionario.
Ed è in quest’ambito che le forze dell’odine devono essere più vigili e attive, per scongiurare il rischio che pezzi importanti della storia culturale del nostro paese vadano irrimediabilmente perduti, per finire in qualche salotto di un qualsiasi magnate straniere che compra opere rubate come soprammobili da esporre.
Un particolare encomio va quindi alla Guardia di Finanza di Comacchio, che ha recuperato 2.000 reperti archeologici trafugati dalla ‘Necropoli di Spina’. Si tratta di frammenti ceramici (verosimilmente orli, pareti, anse e fondi), tutti di epoca etrusca. Alcuni riportano tracce di rotellature e palmette a stampo.
Due persone sono state quindi denunciate per violazione al codice dei Beni culturali. In realtà non si tratta di classici tombaroli alla ricerca di oggetti antichi da piazzare a collezionisti sul mercato illecito, ma di persone appassionate di studi classici convinte che la grande storia si nasconda nei piccoli reperti ritrovati: nelle loro case ubicate nel centese sono stati scoperti altri 1.600 frammenti di ceramica, dei quali circa 500 con decorazioni dipinte a figure nere e figure rosse di epoca etrusca ed altre riferibili apparentemente ad età rinascimentale. I reperti erano nel bagagliaio dell’auto di un ‘hobbysta’ dell’archeologia.
Queste si che sono buone notizie; abbiamo un patrimonio culturale enorme ma facendo i conti alla fine sono pochi i siti realmente preservati e tutelati, senza pensare che c’è tutto un mondo “sommerso” di opere trafugate, tombe, corredi e Urne Funerarie profanate che vengono alla luce solo quando avvengono questi maxi-sequestri.