Ha deciso di portare in tribunale il suo ex datore di lavoro per un motivo veramente imbarazzante.
David Hingst ha chiesto un risarcimento contro il suo ex supervisore, che avrebbe commesso contro di lui atti di bullismo.
L’uomo, di origini australiane, ha sostenuto che il suo supervisore era solito entrare in ufficio ogni giorno ed emettere “peti” rendendo l’aria irrespirabile.
David Hingst ha chiesto al suo ex datore di lavoro, Construction Engineering, di pagare più di 1 milione di euro in danni.
L’ingegnere ha affermato che il suo ex supervisore, Greg Short, ha ripetutamente emesso peti all’interno del loro ufficio senza finestre, costringendolo a trasferirsi in un nuovo ufficio.
La situazione è proseguita, tuttavia, quando Short cominciava ad entrare anche nel suo nuovo ufficio, proseguendo nel suo intento.
“Mi scorreggiava dietro e se ne andava. Lo faceva cinque o sei volte al giorno“, conferma Hings, che ha sostenuto come tali azioni erano mirate a sbarazzarsi di lui e ha dichiarato di aver subito un danno psicologico.
Lo stato della Corte d’Appello di Victoria ha confermato una precedente sentenza contro il querelante e ha affermato che “l’emissione di peti” contro i colleghi non necessariamente equivale ad atti di bullismo.
Hingst ha affermato che il suo datore di lavoro lo aveva messo sotto accusa licenziandolo nel 2009, ma l’azienda ha dichiarato che la crisi economica globale di quell’anno era responsabile della risoluzione del suo impiego.
L’ex ingegnere ha dichiarato di volersi appellare all’Alta corte australiana.
fonte@MirrorOnline