Ci vuole una legge sui robot, questa è la richiesta dell’Europarlamento.
Avevamo cominciato con l’elettronica, poi si è passati all’informatica e quindi all’intelligenza artificiale.
Si sta realizzando, pian piano, tutto quello che il più famoso autore di fantascienza, Isaac Asimov, aveva previsto nel suo libro Io Robot.
L’uomo che crea il robot, il robot che tende a diventare simile, troppo simile all’uomo, e tutto ciò che questo comporta in termini di controllo, di prevalenza, di coincidenza fra l’intelligenza umana e quella artificiale.
Ce ne stiamo rendendo conto, tanto che il Parlamento europeo ha chiesto formalmente alla Commissione di Bruxelles di normare i settori della robotica e dell’intelligenza artificiale. Prima o poi doveva accadere.
L’Europarlamento ha appena approvato una risoluzione che intende cominciare a definire una serie di regole, anche a carattere etico, su un settore in forte evoluzione e che avrà certamente un forte impatto sul mondo del lavoro.
Sulla questione Eugenio Cau, giornalista del Foglio, ha recentemente scritto: “L’aspetto più importante della relazione europea, riguarda il tentativo di inquadrare i robot in un contesto di responsabilità e di doveri legali, e dunque alla possibilità di creare un nuovo status giuridico di persona elettronica che si attagli alle macchine intelligenti”.