“Dimostri 10 anni in meno”: è questa la frase che ogni uomo o donna, dopo gli anta, desidera sentirsi dire, eppure al di là dell’aspetto fisico ed esteriore, bisognerebbe curare il proprio organismo, assicurandosi che questo non invecchi precocemente.
Un gruppo di ricercatori del King College di Londra in uno studio pubblicato sulla rivista Genome Biology ha annunciato di aver messo a punto un nuovo esame del sangue in grado di calcolare l’età biologica di una persona rispetto a quella effettiva. Il test potrebbe essere utilizzato per rivelare con anni di anticipo il rischio demenza.
Nello specifico il test consente di dare un punteggio su quanto una persona è invecchiata, analizzando una serie di marcatori genetici nel sangue. Ad esempio, in 700 volontari di circa 70 anni d’età apparentemente sani, il test ha calcolato un’età biologica che differiva da quella anagrafica: c’è infatti chi ha ottenuto un punteggio compatibile con un’età di 60 anni e chi più compatibile con un’età superiore agli 80 anni.
L’analisi andrà in sperimentazione in alcuni centri trapianti per stabilire se una persona teoricamente troppo anziana per poter donare gli organi è in realtà ancora ammissibile, ma potrebbe essere usata per molti altri scopi.