Il noto fisico statunitense John Wheeler ha proposto un’idea affascinante, suggerendo che l’universo in cui viviamo potrebbe essere solo una parte di un cosmo molto più grande, paragonabile a una gigantesca teiera cosmica, dove ogni singola bolla corrisponde a un universo distinto.
Secondo Wheeler, la struttura dello spazio-tempo emersa dal Big Bang non è uniforme, ma piuttosto somiglia a una sorta di schiuma cosmica, con bolle che si gonfiano in continuazione fino a scoppiare, liberando l’energia necessaria per la formazione di nuovi universi.
Questa dinamica, descritta come una reazione a catena che persiste nel tempo, suggerisce che ogni “mondo bolla” è pervaso da vuoto e energia oscura. Questi elementi causano il crollo rapido delle bolle più piccole e favoriscono l’espansione di quelle più grandi, come spiegato dal divulgatore scientifico Simon Whistler.
La diversità tra questi universi è estrema; alcuni potrebbero essere regolati da leggi fisiche del tutto diverse dalle nostre, altri potrebbero essere completamente desolati, mentre altri ancora ospitano stelle e galassie simili a quelle del nostro universo. Questa varietà infinita apre la possibilità che, in mezzo a un numero incalcolabile di mondi, ne esista uno identico al nostro.
Whistler teorizza persino che in alcuni di questi universi paralleli ci possano essere versioni di noi stessi che stanno leggendo queste stesse parole in questo preciso istante.
Nonostante la mancanza di prove concrete a sostegno della teoria delle bolle, essa rimane una delle speculazioni più stimolanti riguardo l’esistenza di universi paralleli. Gli scienziati stanno continuando a indagare su questa teoria, cercando di elaborare nuove ipotesi che possano spiegare i profondi misteri del nostro universo e delle sue innumerevoli controparti.