Si stima che il Koi Pla, un piatto tradizionale molto diffuso in Thailandia e Laos, sia la causa di circa 20.000 morti ogni anno.
Questo piatto, considerato un’insalata dalla popolazione laotiana e dagli abitanti della regione di Isaan in Thailandia, è composto da pesce crudo tritato, succo di limone, erbe e spezie. Il problema principale risiede nel pesce crudo, che spesso ospita parassiti.
Infatti, il Koi Pla è comunemente preparato con pesce d’acqua dolce del bacino del Mekong, il quale può essere infestato da trematodi vivi, parassiti noti per causare il colangiocarcinoma, un tipo di cancro dei condotti biliari. Questo tipo di tumore, uno dei più aggressivi, provoca la morte di circa 20.000 persone ogni anno in Thailandia.
“È un grave problema di salute pubblica,” ha dichiarato Narong Khuntikeo, chirurgo epatico presso l’Università di Khon Kaen, in un’intervista all’Agence France-Presse nel 2017. “Ma nessuno ne è consapevole perché le persone muoiono in silenzio, come foglie che cadono dagli alberi“.
Nonostante tutto, la popolarità del Koi Pla nella regione di Isaan rende difficile convincere la gente a smettere di consumarlo.
Alcuni dicono semplicemente: “Beh, ci sono molti modi per morire”, mentre altri sostengono che cuocere il pesce ne altera completamente il sapore. Le generazioni più anziane, cresciute con il Koi Pla, sono particolarmente riluttanti a rinunciarvi, ma medici come Khuntikeo sperano che almeno i giovani comprendano i rischi che corrono mangiandolo.
Si dice che un solo boccone di Koi Pla possa essere sufficiente a causare il cancro ai dotti biliari. Questa malattia, conosciuta come il “killer silenzioso”, ha uno dei più bassi tassi di sopravvivenza senza intervento chirurgico. Isaan, la provincia più grande della Thailandia, ha il maggior numero di casi segnalati di cancro ai dotti biliari al mondo, a causa della continua popolarità del Koi Pla.
Il dott. Khuntikeo ha effettuato test approfonditi tra gli abitanti dei villaggi di Isaan e ha scoperto che fino all’80% di loro aveva ingerito trematodi vivi. Sebbene non tutti sviluppino il cancro ai dotti biliari, il rischio di contrarre questa malattia mortale in futuro rimane elevato.