Recenti ricerche hanno rivelato che l’esposizione al colore verde può stimolare il rilascio di un particolare messaggero chimico, il quale attiva i recettori oppioidi nel cervello dei topi, contribuendo così a una notevole diminuzione della sensazione di dolore.
Sebbene non siano ancora state effettuate prove sugli esseri umani, questi dati rafforzano le conclusioni di studi pregressi che avevano già osservato come la sola visione del colore verde potesse mitigare il senso di malessere.
Altre ricerche hanno dimostrato che il verde può evocare sensazioni positive e alleviare il dolore in individui affetti da condizioni croniche quali l’emicrania e la fibromialgia. La modalità esatta con cui la visione del verde produce tali effetti calmanti rimane tuttavia ancora da chiarire.
Nel corso dello studio in questione, sono stati utilizzati topi geneticamente predisposti a sviluppare artrite come modello animale. Test preliminari hanno indicato che l’immersione in un ambiente illuminato di verde diminuiva le manifestazioni comportamentali legate al dolore nei topi, suggerendo un effetto benefico di questo colore sul benessere dei roditori.
I ricercatori hanno quindi indagato su quali recettori della retina fossero coinvolti nell’indurre tale effetto, scoprendo che la distruzione delle cellule recettoriali dei coni, che percepiscono i colori, annullava completamente l’effetto analgesico del verde.
Al contrario, la rimozione dei bastoncelli, sensibili al bianco e al nero, riduceva solo in parte l’effetto. Non è stato invece osservato un impatto significativo sulla capacità analgesica del verde distruggendo un terzo tipo di recettore, le cellule gangliari retiniche fotosensibili (ipRGC), portando alla conclusione che l’effetto calmante del verde è perlopiù mediato dai coni.
Successivamente, l’attenzione si è spostata sui percorsi neurali coinvolti nella trasformazione dei segnali dei coni in sollievo dal dolore.
Attraverso tecniche di imaging, è stato osservato che il segnale luminoso verde captato dai coni viene trasmesso al nucleo genicolato laterale ventrale (vLGN) del talamo, un’area cerebrale cruciale. Da qui, il segnale raggiunge il nucleo del rafe dorsale (DRN), essenziale nella gestione del dolore.
Approfondendo, si è scoperto che l’interazione tra vLGN e DRN era facilitata dalla proteina PENK, che una volta convertita in ENK si lega ai recettori oppioidi nel DRN. Esperimenti condotti su topi privi della capacità di produrre queste proteine hanno mostrato l’assenza di qualsiasi sollievo dal dolore sotto luce verde, confermando il ruolo cruciale di questa via di segnalazione.
In conclusione, il lavoro suggerisce che il verde può attenuare il dolore attivando un circuito di segnalazione che culmina con l’attivazione dei recettori oppioidi. Anche se resta da verificare se un simile meccanismo operi negli esseri umani, i risultati indicano una possibile nuova via per la gestione del dolore.
Questi significativi progressi sono stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine.