L’infermiera specializzata in cure palliative, Julie McFadden, ha assistito più di cento persone nei loro ultimi istanti di vita, arrivando a notare un elemento comune nelle loro riflessioni finali. Durante un’intervista nel podcast Disruptors, Julie ha condiviso le sue esperienze e gli insegnamenti ricavati da anni di lavoro con pazienti in fin di vita. Con oltre 1,5 milioni di follower su TikTok, si è fatta portavoce di un argomento delicato e spesso evitato: la morte.
Prima di dedicarsi alle cure palliative, Julie ha lavorato a lungo in un’unità di terapia intensiva, un’esperienza che le ha permesso di assistere a innumerevoli decessi. Questa lunga esposizione l’ha aiutata a individuare dei temi ricorrenti nelle ultime riflessioni delle persone. Durante l’intervista con Rob Moore, imprenditore e conduttore del podcast, Julie ha evidenziato due rimpianti principali che emergono nei momenti finali di vita.
Il primo riguarda il lavoro. Molti pazienti esprimono il desiderio di aver trascorso meno tempo a occuparsi della carriera e più tempo con i propri cari. Tuttavia, Julie sottolinea come sia spesso difficile trovare un equilibrio tra vita lavorativa e familiare, soprattutto quando si devono affrontare responsabilità economiche.
Il secondo rimpianto, ancora più comune, è legato alla salute. “Avrei voluto prendermi più cura della mia salute“, è una frase che Julie sente spesso. Questo pensiero rispecchia una consapevolezza che molti acquisiscono solo quando è troppo tardi. La salute, un aspetto che tendiamo a dare per scontato, diventa un tema centrale nelle ultime riflessioni delle persone.
Julie, attraverso i suoi social media e il suo libro, cerca di rompere il tabù che circonda la morte, illustrando come il processo del morire possa essere naturale e non necessariamente spaventoso. “Penso che tutti dovrebbero conoscere il processo della morte prima di trovarsi ad affrontarlo, sia per se stessi che per una persona cara,” ha spiegato durante il podcast.
Queste esperienze hanno avuto un impatto profondo anche sulla sua vita personale. Julie ha sviluppato l’abitudine di tenere un diario della gratitudine, in cui annota quotidianamente piccole cose che spesso vengono trascurate, come il semplice piacere di respirare, camminare o sentire il calore del sole.
Molte delle sue riflessioni derivano dalle conversazioni con i pazienti, che si rammaricano di non aver apprezzato appieno la propria salute finché era intatta. È un comportamento umano comune: ignorare l’importanza del benessere fino a quando una malattia, anche solo un lieve mal di gola, non ci ricorda quanto sia preziosa la salute.
Il lavoro di Julie va oltre l’assistenza tradizionale. Attraverso contenuti educativi pubblicati su diverse piattaforme, aiuta il pubblico a comprendere che la morte è una parte naturale della vita. Unendo competenza professionale e un approccio empatico, Julie rende accessibili temi complessi come la mortalità.
Nel suo ruolo di infermiera, autrice ed educatrice digitale, continua a diffondere messaggi essenziali sull’importanza della salute e sulla necessità di accettare la morte come un evento naturale. Le sue esperienze dimostrano che, anche se la morte è inevitabile, può essere affrontata senza paura, e che gli insegnamenti ricevuti da chi è giunto al termine del proprio percorso possono guidarci verso una vita più piena e consapevole.