Un errore medico ha sconvolto la vita di Krystena Murray, una donna statunitense che, dopo essersi sottoposta a un trattamento di fecondazione in vitro (FIV), ha dato alla luce un bambino che non era geneticamente suo. Il clamoroso scambio di embrioni l’ha resa una madre surrogata inconsapevole, costringendola poi a rinunciare alla custodia del neonato. Ora, la donna ha avviato un’azione legale contro la Coastal Fertility Clinic, ritenuta responsabile dell’errore.
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Un Sogno che Diventa Incubo: Il Terribile Errore della Fecondazione in Vitro
Quando, nel maggio 2023, Krystena Murray ha scoperto di essere incinta grazie alla FIV, la gioia è stata immensa. Tuttavia, quel sogno si è trasformato in un incubo nel dicembre dello stesso anno, al momento del parto. Nonostante fosse bianca e avesse scelto un donatore di sperma bianco, ha dato alla luce un bambino afroamericano, segnale inequivocabile di uno scambio di embrioni.
Sconvolta, ha deciso di effettuare un test del DNA, che ha confermato la triste verità: il bambino non era geneticamente suo. Nonostante l’errore, Krystena ha scelto di tenerlo con sé e ha potuto crescerlo per alcuni mesi, fino a quando i genitori biologici hanno avanzato richiesta di custodia.
Una Lotta Legale e un Cuore Spezzato
Di fronte all’evidenza genetica, gli avvocati di Murray le hanno spiegato che non avrebbe avuto alcuna possibilità di ottenere la custodia del bambino. Straziata, ha dovuto rinunciare al piccolo che aveva portato in grembo e amato come suo figlio.
“Portare in grembo un bambino, innamorarsi di lui, costruire un legame indissolubile e poi vederselo portare via… non mi riprenderò mai del tutto da questo,” ha dichiarato con il cuore spezzato.
Dopo la dolorosa separazione, Krystena ha lasciato lo stato, trasferendosi con i genitori e assumendo una nuova identità per ricostruire la sua vita.
La Battaglia Contro la Clinica: “Mio Figlio, Anche Senza il Mio Sangue”
Decisa a ottenere giustizia, Murray ha intentato una causa contro la Coastal Fertility Clinic, ritenuta responsabile dello scambio di embrioni. Durante una conferenza stampa, ha raccontato il trauma vissuto:
“Ero felice. Ero una mamma. Era bellissimo e perfetto, ma era chiaro che qualcosa non andava. Il mio bambino non è geneticamente mio: non ha il mio sangue, non ha i miei occhi, ma sarà sempre mio figlio.”
Il suo avvocato ha evidenziato lo shock che Krystena ha provato nel momento in cui ha visto il bambino per la prima volta. La donna aveva scelto un donatore di sperma che le somigliasse fisicamente, eppure il neonato era afroamericano, un segnale evidente di errore medico.
La Risposta della Clinica e le Misure Preventive
La Coastal Fertility Clinic ha riconosciuto l’errore, ma ha precisato che si è trattato di “un caso isolato”, escludendo il coinvolgimento di altri pazienti. La clinica ha inoltre dichiarato di aver implementato misure di sicurezza più rigide per prevenire simili episodi in futuro.
Tuttavia, per Krystena Murray, nessuna misura potrà cancellare il dolore della perdita e l’ingiustizia subita. La sua battaglia legale non è solo per se stessa, ma per tutte le coppie che ripongono fiducia nelle cliniche della fertilità, affinché errori del genere non accadano mai più.