Se, secondo gli esperti, entro il 2050 metà della popolazione mondiale sarà in sovrappeso od obesa, l’attenzione oggi deve essere rivolta in special modo ai bambini: saranno loro il futuro e le cattive abitudini che gli insegniamo oggi li faranno diventare degli adulti con problemi di peso e futuri genitori inconsapevoli dei rischi.
Eppure i nostri bambini oggi preferiscono cibi da fast food a frutta e verdura, giocare ai videogame piuttosto che correre in cortile: le conseguenze son ben visibili a tutti e un esempio lampante è fornito da una bimba americana di soli tre anni.
A 3 anni e mezzo la piccola pesava 35 chili, come una bambina di 10 anni. I genitori, preoccupati, l’hanno portata da un medico per valutare la «possibile obesità» della figlia: diabete di tipo 2 la diagnosi, la forma adulta (nell’infanzia e adolescenza può comparire il diabete di tipo 1, o mellito), a uno stadio avanzato che ha richiesto l’assunzione di dosi massicce di farmaci.
Il caso è stato rintracciato a Houston, in Texas, e Michael Yafi, pediatra endocrinologo che ha avuto in cura la piccola paziente di origini ispaniche, ha deciso di presentare l’«episodio emblematico» ai colleghi riuniti a Stoccolma per il 51esimo Congresso dell’Easd, Associazione europea per lo studio del diabete.
Per fortuna la storia della piccola ha avuto un lieto fine: seguita dagli specialisti, solo sei mesi dopo la diagnosi non aveva più bisogno di farmaci e i suoi zuccheri nel sangue erano tornati alla normalità, avendo perso 9 kg.
Ma quanti bambini in sovrappeso corrono gli stessi rischi? E quanti non saranno così fortunati? Bisogna iniziare una lotta dura ai chili di troppo nei bambini, o presto il diabete degli adulti diventerà epidemico anche tra i giovanissimi.