L’intelligenza artificiale cinese DeepSeek al centro del dibattito: il CEO di DeepMind, Demis Hassabis, ha espresso un parere contrastante sul modello AI sviluppato in Cina. Elogi per l’ingegneria, ma nessuna rivoluzione scientifica. E intanto, l’intelligenza artificiale generale (AGI) si fa sempre più vicina?
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Elogi e ombre su DeepSeek: il parere del CEO di DeepMind
Durante un evento a Parigi, Demis Hassabis, figura di spicco nel mondo dell’intelligenza artificiale e CEO di DeepMind (laboratorio di ricerca AI di Google), ha acceso i riflettori su DeepSeek, un modello di intelligenza artificiale made in China.
Hassabis non ha nascosto il suo apprezzamento per il lavoro ingegneristico dietro DeepSeek, definendolo “probabilmente il miglior lavoro che abbia mai visto dalla Cina” e sottolineando l'”ingegneria estremamente buona” realizzata. Parole che suonano come un riconoscimento importante per l’innovazione tecnologica cinese nel campo dell’AI.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Nonostante i complimenti, Hassabis ha smorzato gli entusiasmi riguardo a una presunta “svolta” scientifica portata da DeepSeek. Secondo il CEO di DeepMind, il modello cinese, pur essendo tecnicamente valido, non rappresenta un vero e proprio progresso scientifico nel settore. “Nonostante il clamore, non c’è nessun vero nuovo progresso scientifico… utilizza tecniche note [nell’intelligenza artificiale]“, ha affermato Hassabis, suggerendo che l’attenzione mediatica attorno a DeepSeek potrebbe essere “un po’ esagerata”.
Gemini 2.0 Flash: la risposta di DeepMind
Hassabis ha inoltre colto l’occasione per rimarcare la superiorità di Gemini 2.0 Flash, la recente soluzione di DeepMind, affermando che è più efficiente rispetto a DeepSeek. Anche alcuni esperti del settore sembrano condividere un certo scetticismo sulle affermazioni di DeepSeek riguardo ai costi di sviluppo e all’hardware utilizzato, ipotizzando che i costi reali potrebbero essere stati più elevati di quanto dichiarato.
AGI: orizzonte temporale sempre più vicino?
Oltre a DeepSeek, Demis Hassabis ha affrontato un tema caldo nel dibattito sull’intelligenza artificiale: l’avvento dell’Intelligenza Artificiale Generale (AGI). Hassabis ha offerto una previsione ottimistica, ipotizzando che potremmo essere a soli 5 anni di distanza da sistemi AI con capacità cognitive pari a quelle umane. “Penso che siamo vicini, forse solo a 5 anni di distanza da un sistema del genere, sarà straordinario“, ha dichiarato.
Prepararsi all’impatto dell’AGI sulla società
La prospettiva dell’AGI solleva importanti questioni sul futuro della società. Hassabis ha sottolineato la necessità di prepararsi alle “gravi conseguenze sociali” che l’AGI potrebbe portare, invitando a lavorare per massimizzare i benefici per l’intera società e mitigare i potenziali rischi.
Ottimismo condiviso, ma anche preoccupazioni
L’ottimismo di Hassabis sull’AGI si allinea con le dichiarazioni di altre figure di spicco del settore, come il CEO di OpenAI, Sam Altman. Tuttavia, non mancano voci di cautela. Esperti come Max Tegmark e Yoshua Bengio mettono in guardia sui potenziali pericoli dell’intelligenza artificiale, in particolare sul rischio che gli esseri umani possano perdere il controllo sui sistemi AI avanzati.
Il futuro dell’AI è un equilibrio tra innovazione e responsabilità. Mentre l’innovazione tecnologica avanza rapidamente, il dibattito sull’impatto sociale e sui rischi dell’intelligenza artificiale si fa sempre più urgente. DeepSeek rappresenta un esempio di progresso tecnologico, ma le parole di Hassabis ci ricordano che la vera sfida è guidare lo sviluppo dell’AI in modo responsabile e consapevole.