Se, quando avete letto il titolo, vi è sembrato di fare un salto indietro di qualche decennio, pensando alla separazione razziale dell’apartheid in vigore in Sudafrica o anche ai quartieri in cui vennero confinati gli ebrei negli anni 30 prima di venire deportati, probabilmente non avete pensato male.
Cambia la nazione, cambiano i tempi, cambiano i modi di farlo e di chiamarlo, ma non cambia la sostanza: la Danimarca si è scoperta estremamente razzista e intollerante e ha pensato di mettere al confine i migranti, assieme ai criminali.
Nessuna fake news: la ministra danese per l’Integrazione Inger Støjberg, che già in passato si è distinta per alcune iniziative piuttosto discutibili in materia di immigrazione, ha descritto su Facebook il progetto che si sta portando avanti nel paese e ha sottolineato che i migranti che vorrebbe spostare sull’isola «si accorgeranno» di non essere graditi in Danimarca.
Gli immigrati saranno confinati sull’isola disabitata di Lindholm, situata circa 2,5 chilometri a largo delle coste danesi, e tra questi ci saranno sia coloro che, in attesa di vedere esaminata la propria richiesta d’asilo, hanno commesso reati, sia coloro che hanno visto respingere la propria domanda di protezione umanitaria ma che, per motivi legali, non possono essere rimpatriati.
Il governo ha proposto che dal 2021 vengano trasferite lì circa 100 persone. La proposta ha scatenato aspre critiche e ben presto ha fatto il giro del mondo intero.