L’italiano medio è iper-tecnologico: il 40% trascorre più di 4 ore su internet, ed il 69% si connette da smartphone o tablet, giudica scadenti i servizi pubblici, i servizi sanitari e la pubblica istruzione, e crede che applicando tecnologie smart, il muro cittadino-stato possa essere abbattuto.
Questo è il sunto di quello che è emerso dalla XVI edizione dell’Evento Annuale Ericsson, che ha coinvolto rappresentanti del mondo delle telecomunicazioni, dell’industria e delle istituzioni e start-up.
Evento durante il quale si è discussi dei risultati dello studio “Gli italiani e la Società Connessa,” condotto da Ericsson in collaborazione con LUISS Guido Carli, secondo cui gli italiani ripongono grande fiducia nella tecnologia e nella società connessa: servizi pubblici (31%), istruzione (29%) e sanità (27%) sono i tre ambiti che più degli altri, potrebbero beneficiare degli effetti positivi della digitalizzazione. Per il 71 per cento degli intervistati il digitale è in grado di migliorare la qualità della loro vita e per 72 per cento sono leve strategiche per lo sviluppo economico del Paese, attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi posti di lavoro.
Ma è un’altra la notizia che più ha attirato l’attenzione e forse smosso qualche coscienza: quest’anno è previsto lo storico sorpasso delle linee telefoniche mobili, ora a quota 7,2 miliardi, che supereranno la popolazione globale (7 miliardi). Più telefonini che esseri umani, in sostanza.