Cucina: quando la si può definire gourmet?

VEB

Da qualche anno a questa parte c’è una parola che sta impazzando nell’ambito della ristorazione: “gourmet”.

Che si tratti di una pizza, di un piatto di pasta o dell’antipasto più semplice, sembra che basti aggiungere la parolina magica “gourmet” per innalzarne la qualità ed anche il pezzo.

In realtà la cucina gourmet ha le sua caratteristiche distintive ed è un universo ben definito.

In gastronomia si usa questa parola per indicare una classe di ristoranti, cucine, pasti o ingredienti di alta qualità, altamente sofisticati con grande attenzione alla presentazione e all’aspetto della pietanza.

Si tratta di una cucina che impiega prodotti gastronomici di primissima qualità, d’eccellenza, sovente anche costosi e a denominazione controllata e protetta.

Questo termine nacque in Francia con un’accezione negativa, per indicare i peccati di gola, poi solo dal XVI secolo il suo significato inizia a riferirsi a persone che amano mangiare prodotti di qualità e ben preparati e serviti.

All’inizio poi si ci riferiva alle degustazioni di vini, mentre oggi la parola gourmet può venire associata a qualsiasi tipo di cibo, anche il più popolare come la pizza, la cui qualità della materia prima ne fa però prodotti unici ed “elevati”, per palati raffinati.

Anche il turismo Gourmet, che è un settore di nicchia della ristorazione, si sta sviluppando molto negli ultimi anni, e sta dando non poche soddisfazioni agli addetti ai lavori.

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