Lunedì 6 marzo al Teatro Galleria di Legnano parte il De André canta De André Tour 2017, la nuova serie di appuntamenti live che porterà Cristiano De André ad esibirsi sui palchi dei maggiori teatri italiani.
La tournée vedrà il cantautore interpretare sul palco un repertorio ricco di nuovi brani del padre che si affiancheranno a quelli contenuti nei progetti discografici di grande successo De André canta De André – Vol. 1 (2009) e De André canta De André – Vol. 2 (2010).
In una bella intervista a Vanity Fair il cantautore ha scelto di raccontare questo nuovo progetto, ma ha anche colto l’occasione per mettersi a nudo e raccontare alcuni particolari inediti del suo passato.
Cristiano, a sorpresa, ha parole dure persino per sua madre, Enrica Rignon: “Una presenza costante e anche inquietante, per via del suo bisogno di prendere amore più che di darlo. Mi madre era una vittimista cronica. All’inizio per problemi al cuore: soffriva di pericardite. Poi, perché non riusciva ad accettare la fine del matrimonio. Era un senso di colpa vagante, una nuvola di disperazione. Tentò il suicidio due volte. Avevo 11, 12 anni quando successe”.
Fa inoltre anche un’altra sconcertante rivelazione sulla madre, e parla del trauma subito per via di una relazione della donna con il suo migliore amico: “Era più grande di me di una decina di anni. A un certo punto cominciai a trovarmelo sempre per casa. Finché, un giorno, mia madre disse: ‘Marco e io stiamo insieme’. Sono esploso. […] Proprio con il mio migliore amico doveva mettersi? Comunque, col tempo, ho perdonato”.
Poi passa al rapporto con il padre, da lui in tante occasioni definito genitore assente: “Gli facevo scherzi che lo facevano incazzare. E non sopportava che a Risiko vincessi sempre. Si imbestialiva, spaccava le bottiglie di birra, urlava: ‘Ti ammazzo’. È arrivato persino a rubare i carrarmatini. Mio padre non accettava di perdere, in generale”, lo descrive.
Poi motiva il rifiuto del padre di vedere il figlio, in punto di morte: “Da genitore non voleva mostrarsi debole. Nelle canzoni scriveva della sua fragilità ma, nella vita, non accettava di farla vedere. […] Faceva parte di quella generazione che non riusciva a dire ti voglio bene. In faccia non me l’ha mai detto. Solo dopo ho scoperto che l’affetto che provava per me lo raccontava ai suoi amici”.