Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha trasformato radicalmente il panorama globale, rivoluzionando settori chiave come industria, comunicazione e finanza. Tuttavia, dietro i progressi tecnologici e l’ottimizzazione dei processi aziendali, si cela una minaccia sempre più evidente: l’aggravarsi della crisi climatica.
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Consumi Energetici Alle Stelle: Il Prezzo dell’IA
L’impiego dei sistemi di IA, in particolare i modelli avanzati come i Large Language Models (LLM) tra cui ChatGPT, comporta un massiccio consumo energetico. Questi strumenti necessitano di enormi quantità di dati, immagazzinati e processati nei data center, strutture che assorbono ingenti risorse di elettricità. Per avere un’idea delle proporzioni, ogni data center consuma mediamente 10 megawatt di energia all’anno, e a livello mondiale se ne contano oltre 11.000. La crescente domanda di intelligenza artificiale potrebbe far salire vertiginosamente questo fabbisogno nei prossimi anni.
Secondo le previsioni di mercato, l’IA raggiungerà il 35% del settore tecnologico globale entro il 2030, mentre negli Stati Uniti si stima una crescita del 250% già entro il 2028. Rapporti di analisi come quello di McKinsey Consulting indicano un aumento di consumo elettrico di circa 24.000 megawatt nello stesso periodo. Questo si traduce in un incremento esponenziale delle emissioni di carbonio, aggravando ulteriormente il riscaldamento globale.
Energia Nucleare: La Soluzione Apparente
Per far fronte all’aumento della domanda energetica, molte aziende tecnologiche stanno guardando all’energia nucleare come soluzione per alimentare i loro data center. Questa fonte energetica viene spesso promossa come carbon-free e stabile rispetto alle fonti rinnovabili. Tuttavia, l’intero ciclo di produzione nucleare – dall’estrazione dell’uranio allo smaltimento delle scorie – genera emissioni di carbonio significativamente superiori rispetto all’energia solare e a quella eolica.
Un caso emblematico è quello di Microsoft, che ha recentemente avanzato una proposta di investimento da 1,6 miliardi di dollari per riattivare la centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania, tristemente nota per l’incidente del 1979. Questa iniziativa ha lo scopo di garantire forniture energetiche stabili per i prossimi vent’anni, a sostegno delle infrastrutture tecnologiche dell’azienda.
Costi Nascosti: Acqua e Risorse Naturali
Oltre al problema delle emissioni, l’energia nucleare richiede enormi quantità di acqua per il raffreddamento dei reattori: circa 35-60 milioni di litri al giorno per singola centrale, pari al consumo idrico di una città con sei milioni di abitanti. A questo si aggiunge il fabbisogno idrico dei data center, che utilizzano acqua dolce per raffreddare i sistemi informatici. Secondo le stime, entro il 2027 il consumo idrico globale per il raffreddamento dei data center potrebbe raggiungere i 4,2-6,6 miliardi di metri cubi, più di quattro volte il consumo annuale di acqua della Danimarca.
Una Crescente Competizione per le Risorse Idriche
La competizione per l’accesso all’acqua rischia di mettere in secondo piano le necessità delle popolazioni e degli ecosistemi, privilegiando il funzionamento delle infrastrutture tecnologiche. Aziende come Microsoft, Amazon, Apple e Google, che dominano il 62% del settore tecnologico, hanno già avviato piani per diventare water positive entro il 2030, investendo nel recupero e nel ripristino dei bacini idrici. Tuttavia, questi progetti non cancellano il rischio che, in un futuro non troppo lontano, l’acqua diventi una risorsa contesa tra esseri umani e macchine.
Innovazione Sostenibile: Una Necessità Non Più Rimandabile
Il binomio tra intelligenza artificiale ed energia nucleare appare sempre più come una soluzione di comodo, utile a sostenere il capitalismo tecnologico piuttosto che a risolvere le disuguaglianze sociali o a mitigare la crisi climatica.
La transizione energetica verso fonti realmente sostenibili e il miglioramento dell’efficienza dei sistemi di IA devono diventare priorità globali. Solo così sarà possibile conciliare progresso tecnologico e tutela ambientale, evitando che l’intelligenza artificiale diventi l’ennesimo fattore di pressione su un pianeta già in crisi.