Quando osservi una partita di beach volley, soprattutto durante eventi di grande risonanza come le Olimpiadi estive del 2024 a Parigi, potresti notare che i giocatori compiono rapidi gesti con le mani dietro la schiena. Questi movimenti non sono casuali, ma rappresentano un complesso sistema di comunicazione che permette alle squadre di coordinare la loro difesa.
Innanzitutto, è cruciale comprendere l’assetto di base di una squadra di beach volley. Ogni squadra è composta da due giocatori che si alternano nei ruoli durante il gioco. Uno dei giocatori agisce come bloccante, posizionandosi vicino alla rete per ostacolare gli attacchi avversari, mentre l’altro copre il resto del campo come difensore. I segnali manuali, di solito effettuati dal bloccante, servono a comunicare le strategie difensive al compagno di squadra. Questo tipo di comunicazione silenziosa è essenziale per adattare la tattica senza rivelare le intenzioni agli avversari.
È interessante notare come le mani vengano usate per trasmettere queste informazioni. Un segnale specifico per l’avversario di sinistra (sul lato destro del proprio campo) e un altro per l’avversario di destra (sul lato sinistro del campo) aiutano a evitare fraintendimenti durante il gioco.
Vediamo alcuni dei segnali manuali più comuni che si possono osservare durante una partita. Sebbene le squadre possano avere i propri segnali personalizzati, esiste una serie di gesti ampiamente riconosciuti a livello internazionale.
Il segnale più semplice è il singolo dito alzato, che indica l’intenzione del bloccante di coprire la “linea” – un attacco lungo la linea laterale del campo. Questo obbliga l’avversario a tentare un attacco angolato o a superare il blocco, aumentando il rischio di errore. Il difensore, vedendo questo segnale, sa che deve prepararsi a difendere l’attacco angolato.
Due dita alzate segnalano che il bloccante intende bloccare un attacco angolato, mentre il difensore copre la linea, aspettandosi un attacco diretto.
Un segnale più complesso è quello delle tre dita, che indica una tattica chiamata “mostra e prendi” o bluff. In questo caso, il bloccante si posiziona inizialmente per bloccare l’angolo, ma all’ultimo momento si sposta per coprire la linea, sorprendendo così l’avversario. Il segno delle quattro dita rappresenta il contrario del bluff a tre dita, con il bloccante che finge di coprire la linea per poi bloccare l’attacco angolato.
Quando il bloccante mostra un pugno chiuso o una mano aperta, significa che non ha ancora deciso la strategia e intende leggere i movimenti dell’attaccante per bloccare nel momento giusto.
Infine, il gesto “shaka“, con mignolo e pollice estesi, indica un blocco allargato, dove il bloccante cerca di coprire quanto più possibile la rete con le braccia aperte. Questi segnali permettono alle squadre di modificare rapidamente la loro strategia senza usare la comunicazione verbale, che sarebbe difficoltosa a causa del rumore del pubblico e della distanza tra i giocatori.
La prossima volta che assisterai a una partita di beach volley, fai attenzione a questi segnali manuali: ti aiuteranno a prevedere le strategie difensive e ad apprezzare ulteriormente l’abilità tattica delle squadre in campo.