L’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin durante il vertice del G20 ad Amburgo nel 2017 ha suscitato grande curiosità non solo sul piano politico, ma anche sul piano personale. A distanza di anni, esperti di linguaggio del corpo hanno analizzato i dettagli di quel primo faccia a faccia tra i due leader, offrendo spunti interessanti su ciò che si celava dietro sorrisi e strette di mano.

Il primo incontro: oltre due ore di confronto
Trump e Putin si sono incontrati per la prima volta ufficialmente nel luglio 2017, durante il G20 in Germania. L’incontro, previsto per durare solo mezz’ora, si è trasformato in un lungo dialogo di oltre due ore. Tra i temi affrontati, si parlò di Siria, Ucraina, cyber-sicurezza e lotta al terrorismo.
Prima del colloquio, l’allora presidente degli Stati Uniti dichiarò: “Ci aspettiamo che accadano tante cose molto positive per la Russia, per gli Stati Uniti e per tutti i soggetti interessati. È un onore essere con voi.” Putin rispose con tono formale, augurandosi risultati positivi dall’incontro.
Trump dominante, Putin in tensione: lo svela il linguaggio del corpo
La dottoressa Lillian Glass, esperta di comunicazione non verbale, ha esaminato il video della loro stretta di mano, rivelando che Trump appariva “chiaramente dominante”. Secondo Glass, la stretta era forte da entrambe le parti, ma l’ex presidente americano prendeva il sopravvento, assumendo un atteggiamento da leader alfa.
Putin, d’altro canto, mostrava segni di tensione. “Non è abituato a non avere il controllo,” ha sottolineato Glass, evidenziando che la postura e l’espressione del presidente russo tradivano disagio.
In un altro momento del meeting, Trump afferra il braccio di Putin, gesto che l’esperta interpreta come una mossa di potere, ma anche un segnale di “affetto controllato” volto a ribadire la propria posizione di comando.
Patti Wood: “Trump esprime sostegno simbolico”
Anche Patti Wood, altra nota analista del linguaggio del corpo, ha esaminato le dinamiche tra i due. Durante una seconda stretta di mano, Trump solleva la mano sinistra sotto il braccio di Putin e gli dà tre colpetti delicati. Wood spiega: “Il numero tre ha un valore simbolico nella comunicazione non verbale, associato a emozioni autentiche. Quei tre tocchi rappresentano un messaggio di sostegno reale.”
Tuttavia, la postura di Trump mentre era seduto, con spalle rigide e una posizione poco aggraziata, sembrava voler trasmettere un’idea di virilità e forza più che di eleganza.
Conclusione
L’analisi del linguaggio del corpo offre una prospettiva inedita sul primo incontro tra Trump e Putin. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, i segnali non verbali indicano una relazione complessa, fatta di strategie, dominio e simboli di potere. Elementi che, secondo gli esperti, continuano a riflettersi anche oggi nei rapporti tra i due leader e nei rispettivi approcci alla leadership globale.
fonte@DailyStar