Il governo italiano, per cercare di limitare l’evasione fiscale e il proliferare dell’economia sommersa, che è l’unica in Italia a non conoscere crisi, sta cercando di spingere i consumatori italiani a preferire i pagamenti elettronici, con carte di credito e di debito, disincentivando quindi l’uso dei contanti.
Eppure proprio i conti correnti continuano a “costare” sempre di più, non invogliando quindi certo ad aprirli ed ad utilizzarli attivamente.
Gli ultimi dati di Bankitalia sono desolanti: la spesa media di gestione di un conto corrente bancario è cresciuta di circa 1,8 euro rispetto all’anno precedente, a 79,4 euro.
La crescita, spiega Via Nazionale, deriva “dai maggiori canoni di base ed in misura minore dai maggiori canoni per le carte di credito e di debito. La componente variabile della spesa non ha subito invece variazioni di rilievo”.
Aumentata anche la gestione dei conti correnti online: secondo via Nazionale la spesa è stata pari a 15,3 euro, 0,6 euro in più rispetto all’anno precedente; per i conti postali, la spesa di gestione si è attestata a 49,8 euro per un incremento complessivo di 2,1 euro.
Quello del 2017 è il secondo aumento consecutivo (1,1 euro nel 2016) dopo un periodo di prolungata diminuzione.
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