Per millenni, l’aspetto fisico ha avuto un ruolo cruciale nelle società umane, evolvendosi a seconda delle varie culture e periodi storici.
Ma quali erano, in tutto il mondo, gli aspetti peculiari ed i concetti di bellezza adottati nel passato. Tra questi, vi è l’uso del sudore dei gladiatori come ingrediente cosmetico da parte delle nobildonne romane, che lo applicavano sul viso per mantenere la pelle giovane e fresca. La credenza era che la forza e il vigore del gladiatore potessero trasferirsi attraverso il suo sudore, raccolto e mescolato con olio d’oliva.
In Giappone, una pratica insolita era quella dell’annerimento dei denti, o “Ohaguro“, che simboleggiava bellezza e maturità. Le donne dipingevano i denti con un composto di ferro e aceto, una pratica ritenuta utile anche per prevenire la carie, simile agli odontoiatrici moderni. Anche se questa usanza è tramontata con l’arrivo degli standard occidentali, sopravvive in alcune culture asiatiche.
In Inghilterra, durante il regno di Elisabetta I, la pelle pallida era talmente in voga che alcune donne ricorrevano all’uso di sanguisughe per schiarire ulteriormente il loro incarnato.
In Cina, il legamento dei piedi era un segno di raffinatezza e status, praticato per secoli fino al suo divieto nel 1911, ma che persiste in alcune aree isolate.
Infine, le civiltà Maya alteravano la forma del cranio dei bambini per simboleggiare la nobiltà e l’avvicinamento agli dei, mentre nell’Inghilterra vittoriana, l’arsenico era usato sulla pelle per ottenere un aspetto liscio, nonostante i gravi rischi per la salute associati. Queste pratiche dimostrano come il concetto di bellezza sia profondamente radicato e variabile tra diverse epoche e culture.