Le ultime scoperte del lander Mars InSight offrono prospettive entusiasmanti: potrebbero esserci vasti bacini di acqua liquida nascosti sotto la superficie di Marte.
Tuttavia, accedervi rimane un’impresa ancora fuori dalla nostra portata. I ricercatori della Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California, San Diego, hanno analizzato i dati sismici raccolti da InSight, concludendo che tra 11,5 e 20 chilometri di profondità potrebbe trovarsi uno strato di roccia ignea fratturata, intriso di acqua liquida. Questa ricerca è stata pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences.
Secondo Vashan Wright, uno degli autori dello studio, “Comprendere il ciclo dell’acqua su Marte è cruciale per decifrare l’evoluzione del clima, della superficie e delle profondità del pianeta“.
Infatti, individuare la localizzazione e la quantità di acqua disponibile è essenziale per ricostruire la storia idrica di Marte e comprendere che fine abbiano fatto le riserve d’acqua di miliardi di anni fa.
Uno dei grandi enigmi marziani riguarda proprio la scomparsa dell’acqua che un tempo sembrava abbondare sulla superficie del pianeta. Le principali teorie suggeriscono che parte dell’acqua sia evaporata nello spazio, mentre un’altra parte potrebbe essere migrata verso l’interno del pianeta. Grazie a Mars InSight, ora possiamo esaminare la struttura interna del pianeta e la sua composizione.
Il lander, la cui missione si è conclusa nel dicembre 2022, ha fornito una quantità considerevole di dati sull’attività sismica di Marte. Questi dati, secondo i ricercatori, indicano che esistono strati sotterranei ricchi di acqua, un elemento cruciale per ipotizzare la presenza di vita su Marte, qualora questa fosse mai esistita.
Michael Manga, geofisico dell’Università della California, Berkeley, ha sottolineato che “L’acqua è essenziale per la vita come la conosciamo. Non abbiamo ancora trovato prove di vita su Marte, ma ora sappiamo dove potrebbero esserci le condizioni adatte a sostenerla“.
Nonostante la rilevanza di questa scoperta, rimane ancora molto lavoro da fare per confermare con certezza la presenza di acqua su una scala così vasta. I prossimi passi nell’esplorazione marziana potrebbero prevedere l’installazione di nuovi strumenti sismici e studi approfonditi sulla crosta del pianeta.